TEST 1 – Coerenza metrica iperprimordiale
Scopo del test
Lo scopo di questo test è quello di verificare se la funzione del redshift informazionale z(t), così come definita dalla CMDE 4.1 nella fase iperprimordiale, riesca a descrivere con coerenza e stabilità la condizione iniziale dell’universo. Ci si concentra in particolare sul dominio temporale che precede i dieci miliardesimi di giganno, quindi in un arco minuscolo ma decisivo, dove il tempo cosmico si colloca al di sotto di 0,00001 Gyr. In questo intervallo estremo è necessario capire se la funzione rimane regolare, se le sue derivate non mostrano divergenze e se il comportamento complessivo è coerente con l’idea di una fase latente, ancora priva di una metrica emergente.
Descrizione della funzione
La funzione in esame si presenta in forma semplice ma molto significativa: z(t) = t elevato a 9.31, diviso per 1.515 moltiplicato per 10 alla meno quaranta, meno uno. Questa struttura, pur essendo concisa, racchiude un comportamento estremamente particolare. Se infatti si prende un valore molto piccolo di t, ad esempio un milionesimo di Gyr, e lo si innalza alla potenza di 9.31, il risultato è un numero infinitamente più piccolo, che diventa ancora più insignificante quando viene diviso per un denominatore così ridotto. La conseguenza è che z(t) si avvicina a -1, restando costante con scostamenti quasi invisibili. Già a t = 10^(-6) Gyr, lo scostamento da -1 è dell’ordine di dieci alla meno sedici, mentre a t = 10^(-5) Gyr, quindi al limite superiore della fase, lo scostamento è dell’ordine di dieci alla meno sette. Ciò significa che in tutto il dominio di interesse la funzione si mantiene negativa, stabile e vicinissima a -1.
Metodo di analisi
Per garantire un esame approfondito non ci si è limitati a osservare la funzione, ma è stato condotto un campionamento numerico esteso, basato su centomila punti distribuiti in modo logaritmico tra 10^(-10) e 10^(-5) Gyr. Questo ha consentito di ricostruire il comportamento senza lacune, anche nelle zone più estreme. Successivamente si è passati al calcolo delle derivate della funzione, arrivando fino all’ottavo ordine. Ognuna di queste derivate segue la stessa logica: un coefficiente costante moltiplicato per una potenza decrescente di t. Così la prima derivata dipende da t elevato a 8.31, la seconda da t elevato a 7.31 e così via, fino all’ottava derivata proporzionale a t elevato a 1.31. Questo andamento assicura che tutte le derivate siano continue, positive e sempre finite, garantendo monotonia e convessità senza sorprese. Un’ulteriore verifica è stata fatta controllando il raccordo con la fase successiva, calcolando il valore logaritmico y = ln(1+z) al punto t = 10^(-5) Gyr: il risultato è finito e la pendenza coincide perfettamente con i valori richiesti per l’interpolazione log-Hermite, che prende il controllo da questo punto in avanti.
Risultati ottenuti
Il risultato complessivo dell’analisi mostra che la funzione z(t) cresce leggermente da valori prossimi a -1, senza mai allontanarsene in modo significativo. Non emergono instabilità numeriche, perché il termine 1+z resta sempre rappresentabile e non produce cancellazioni catastrofiche nei calcoli. Le derivate confermano un comportamento regolare, continuo e perfettamente coerente, con un andamento che accompagna la funzione senza introdurre oscillazioni spurie. Al bordo della fase, in corrispondenza di t = 10^(-5) Gyr, la funzione risulta pronta per essere raccordata in modo regolare alla fase successiva, senza richiedere aggiustamenti artificiali né correzioni di continuità.
Interpretazione scientifica
Dal punto di vista interpretativo questo significa che la fase iperprimordiale descrive davvero un universo che non è ancora entrato in un regime metrico attivo. Il redshift non mostra dinamica propria, rimane silenzioso, latente, quasi sospeso. Tutto accade come se il tempo cosmico stesse preparando il terreno per la trasformazione successiva, senza però rivelare alcun segno di instabilità. L’assenza di divergenze nelle derivate fino all’ottavo ordine dimostra che la funzione è non solo stabile, ma anche raffinata nel garantire continuità. L’aderenza del valore di bordo ai criteri del raccordo log-Hermite mostra inoltre che questa fase non è isolata, ma parte integrante di una sequenza ben strutturata. La CMDE trova qui conferma del suo approccio: un tempo informazionale che non è ancora percepibile, ma che custodisce in sé le condizioni necessarie per la transizione futura.
Esito tecnico finale
Il test è stato superato pienamente. La funzione z(t) nella fase iperprimordiale è regolare, differenziabile fino all’ottavo ordine, numericamente stabile e interpretativamente coerente con la visione della CMDE 4.1. Non emergono anomalie né irregolarità: il raccordo con la fase successiva è garantito, e l’intera struttura si mostra solida, silenziosa e funzionale. Questo conferma che la fase iperprimordiale è rappresentata con coerenza e che la teoria mantiene stabilità anche nei suoi tratti più estremi.