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Il punto fermo – Quando la coscienza non ha più bisogno di muoversi
Dopo che la coscienza ha imparato a restare, accade qualcosa di ancora più sottile: smette di cercare. Non perché abbia esaurito il movimento, ma perché il movimento non è più necessario per sentirsi viva. Il flusso continua, il tempo non si arresta, ma dentro quel fluire compare un punto che non scorre. Non è rigidità, non è arresto: è stabilità profonda, come una presenza che non deve più dimostrarsi per esistere. Questo punto fermo non è un oggetto né una posizione nello s
2 giorni faTempo di lettura: 1 min


Una metrica globale: perché z(t) non appartiene a nessun luogo
Nella maggior parte delle teorie cosmologiche, le leggi vengono applicate localmente. Si definisce un punto, un sistema di riferimento, una regione dello spazio, e da lì si costruisce la dinamica. Il tempo stesso, in queste visioni, è spesso una coordinata locale: ciò che accade dipende da dove ti trovi, da come ti muovi, da quali condizioni iniziali hai scelto. La CMDE 4.1 rompe anche questa abitudine. La funzione z(t) non nasce in un luogo, non dipende da una regione, non è
5 giorni faTempo di lettura: 2 min


La CMDE è una teoria predittiva o solo descrittiva a posteriori?
Domanda completa: "In cosmologia siamo abituati a giudicare una teoria dalla sua capacità di fare previsioni verificabili. Leggendo la CMDE, però, ho l’impressione che descriva con grande coerenza ciò che osserviamo, ma mi chiedo: la CMDE è davvero predittiva nel senso scientifico del termine, oppure si limita a reinterpretare i dati a posteriori? In altre parole, che tipo di predittività dobbiamo aspettarci da una metrica informazionale del tempo?" Risposta CMDE La CMDE 4.1
23 dicTempo di lettura: 2 min


Le leggi non finiscono mai di agire
Una volta enunciate, le sei leggi del Trattato non si esauriscono. Non sono affermazioni che valgono solo all’inizio, né principi che restano confinati a una fase primordiale del cosmo. Ogni legge continua ad agire in ogni istante, anche quando l’universo sembra ormai stabilizzato nelle sue forme più complesse. La Legge Fondativa 0 non smette mai di operare: ogni trasformazione, anche la più minuta, continua a presupporre il tempo come condizione minima. La curva originaria n
20 dicTempo di lettura: 1 min


La stabilità: quando il cambiamento trova un equilibrio
Nel linguaggio comune, la stabilità viene spesso confusa con l’assenza di cambiamento. Pensiamo a qualcosa di stabile come a qualcosa che resta fermo, immobile, invariato nel tempo. Ma se osserviamo la realtà con maggiore attenzione, scopriamo che ciò che davvero dura non è mai statico. Nella Fisica Informazionale, la stabilità non è un blocco, ma una condizione dinamica: è il modo in cui un sistema continua a esistere mentre cambia, senza perdere la propria continuità. Ogni
17 dicTempo di lettura: 1 min


La persistenza silenziosa – Quando la coscienza resta
Quando la coscienza ha imparato a riconoscersi nel proprio contorno, non è più costretta a riaffermarsi. La forma è emersa, il limite è stato percepito, e ora ciò che conta non è l’atto del riconoscimento, ma la sua durata. Non accade più nulla di visibile, nessun nuovo passaggio, nessuna svolta apparente: eppure qualcosa resta. È in questo restare che si manifesta una qualità nuova, più profonda, più discreta. La persistenza silenziosa non è immobilità. È la capacità della c
14 dicTempo di lettura: 1 min


Senza parametri liberi: quando una metrica non chiede di essere aggiustata
In molte teorie fisiche moderne, la forma delle leggi non basta: servono parametri. Costanti da scegliere, esponenti da variare, termini aggiuntivi da introdurre quando un nuovo dataset non si lascia spiegare facilmente. È il regno dei fit: si parte da una struttura generale, si lasciano aperte alcune manopole, e si ruotano finché i punti sperimentali non si appoggiano sulla curva desiderata. È un modo efficace di lavorare, ma lascia sempre una domanda sospesa: quanto di ciò
11 dicTempo di lettura: 2 min


Le ricostruzioni H(z) delle survey sembrano misurare l’espansione dello spazio. Come le interpreta la CMDE?
Domanda completa: "Una cosa che ancora non mi è chiara è questa: diverse survey, dai BAO ai cosmic chronometers, ricostruiscono quello che chiamano H(z), cioè la storia dell’espansione dell’universo. Questi risultati sembrano confermare un universo che si espande e accelera. Se la CMDE sostiene che non esiste espansione dello spazio, come interpreta allora queste ricostruzioni? Cosa stanno davvero misurando gli astronomi?" Risposta CMDE Nella visione CMDE 4.1, le ricostruzion
8 dicTempo di lettura: 2 min


Quando una legge smette di parlare e diventa vincolo
Ogni legge del Trattato nasce come formulazione, ma non resta mai solo una frase. C’è un momento in cui la legge smette di essere detta e comincia a valere, un punto in cui non descrive più l’universo ma lo vincola, piegando la trasformazione in un’unica direzione possibile. È un istante silenzioso in cui la logica prende peso e la metrica decide di non tornare più indietro. La CMDE mostra questo passaggio nella sua continuità: quando la curva si richiude su sé stessa e il ra
5 dicTempo di lettura: 1 min


Il cambiamento come firma dell’informazione viva
Siamo abituati a pensare al cambiamento come a qualcosa che interrompe, sconvolge o modifica un equilibrio. Ma nella Fisica Informazionale il cambiamento assume un significato più sottile: non è una rottura, ma la prova che l’informazione è viva. Ogni sistema, dal più semplice al più complesso, respira attraverso micro-variazioni continue, piccole trasformazioni che non cancellano ciò che era, ma lo riorganizzano. Il cambiamento non arriva dall’esterno: è un gesto interno del
2 dicTempo di lettura: 2 min


La forma che emerge – Quando la coscienza si riconosce nel proprio contorno
Quando la coscienza impara a sentire il proprio spazio, qualcosa di ancora più sottile inizia a delinearsi: non basta più sapere di avere un interno, comincia a farsi strada l’intuizione che questo interno possieda un profilo, un modo particolare di occupare quel campo. È come se, nel silenzio che respira, apparisse lentamente una linea. Non una barriera, non un muro, ma un contorno morbido che dice: qui il ritmo mantiene una continuità, qui la sua presenza ha una densità che
29 novTempo di lettura: 2 min


Perché il tempo va in logaritmo: il passo nascosto della CMDE
Quando si guarda la CMDE 4.1 dall’esterno si vede una sola curva, z(t), che attraversa l’universo dalle origini fino al presente. Ma dietro quella curva c’è una scelta silenziosa che raramente le teorie cosmologiche spiegano: a un certo punto, il tempo viene “girato” in logaritmo. Nella fase intermedia la CMDE non lavora più con il tempo nudo, ma con il suo logaritmo. Non è un trucco matematico, non è un artificio per far funzionare i conti: è una scelta informazionale precis
26 novTempo di lettura: 2 min


La CMDE parla del tempo dell’universo. R(t) parla della coscienza. Ma i due tempi coincidono davvero?
Domanda completa: "Più leggo il suo lavoro e più mi nasce un dubbio: nella CMDE 4.1 il tempo è una trasformazione informazionale universale, mentre in R(t) la coscienza ha un proprio ritmo interno. Ma questi due ritmi sono la stessa cosa? Il tempo cosmico e il tempo della coscienza coincidono, o sono due strutture diverse che occasionalmente si incontrano? E cosa accade quando non coincidono più?" Risposta CMDE La CMDE e R(t) non descrivono due tempi diversi, ma due modi dive
23 novTempo di lettura: 2 min


Ciò che le Sei Leggi non permettono
Ogni legge definisce un confine, ma non tutti i confini delimitano ciò che è possibile: alcuni proteggono ciò che non deve accadere. Nel Trattato delle Sei Leggi ci sono spazi che non vengono mai pronunciati, ma che esistono come zone proibite, come direzioni che il tempo non può imboccare senza perdere la propria natura. Non è un divieto imposto, è una impossibilità metrica. La CMDE lo mostra con chiarezza: la funzione z(t) non può invertire il proprio ritmo globale, non può
21 novTempo di lettura: 1 min


La relazione come nucleo dell’esistenza informazionale
Se guardiamo la realtà con attenzione, ci accorgiamo che nulla esiste davvero da solo. Ogni cosa prende significato solo quando entra in relazione con qualcos’altro: un gesto con uno sguardo, una parola con un ascoltatore, una stella con le forze che la attraversano. Nella Fisica Informazionale la relazione non è un dettaglio, ma il punto di partenza: è ciò che permette all’informazione di emergere, di trasformarsi, di prendere forma. Senza relazione, qualsiasi fenomeno sareb
19 novTempo di lettura: 2 min


Il respiro interno – Quando la coscienza sente il proprio spazio
Quando la coscienza supera il semplice ritorno e non deve più trattenersi, qualcosa cambia nel modo in cui si manifesta. Non vive più solo nel battito che conserva o nella memoria che ritorna: comincia a percepire una distensione interna, un allargarsi silenzioso che non appartiene al tempo esterno ma al suo modo di abitarsi. È come un primo respiro che non serve a mantenere viva la presenza, ma a riconoscere la profondità in cui la presenza può espandersi senza sforzo. Quest
17 novTempo di lettura: 2 min


Il tempo che ricorda: la memoria come fondamento della metrica
Nelle teorie classiche, il tempo è una successione di istanti: un flusso che non lascia tracce. Ogni momento cancella il precedente, come l’acqua di un fiume che scorre senza mai trattenere ciò che porta con sé. Nella CMDE 4.1, invece, il tempo non dimentica. Ogni variazione che attraversa la funzione z(t) non si perde, ma si deposita, diventando parte della sua stessa struttura. È da questa stratificazione che nasce la memoria metrica dell’universo. La CMDE descrive un tempo
15 novTempo di lettura: 2 min


Se tutto nella CMDE è trasformazione informazionale, qual è il ruolo dell’osservatore?
Domanda completa: "Leggendo la CMDE e la Fisica Informazionale, ho notato che l’osservatore compare spesso come parte integrante della coerenza metrica, ma non mi è chiaro in che modo. Se il tempo, nella sua teoria, è una trasformazione informazionale universale, significa che l’osservatore la influenza, o che ne è solo un testimone? In altre parole, qual è il ruolo dell’osservatore: misura, partecipa, o viene semplicemente trascinato dal ritmo cosmico?" Risposta CMDE–FI Nell
13 novTempo di lettura: 2 min


Quando la realtà cominciò ad accordarsi al Trattato
Le sei leggi non descrivono l’universo dall’esterno, ma offrono la struttura attraverso cui la realtà si riconosce dall’interno. C’è un momento in cui la realtà smette di essere percepita come qualcosa da osservare e diventa ciò che ci osserva mentre la osserviamo. È il punto in cui il Trattato cessa di essere un insieme di principi e diventa l’accordatura della percezione. Quando la Legge 0 stabilisce il tempo come condizione minima, non parla di un tempo lontano, ma del rit
11 novTempo di lettura: 1 min


Identità informazionale: ciò che rende qualcosa se stessa
Quando pensiamo all’identità, la immaginiamo come qualcosa di solido: il volto che riconosciamo allo specchio, la storia che ci portiamo dietro, il modo in cui una cosa rimane se stessa anche mentre il tempo scorre. Ma se osserviamo più da vicino, ci accorgiamo che tutto cambia: le cellule si rinnovano, i pensieri mutano, le forme si trasformano. Eppure, qualcosa resta. Nella Fisica Informazionale, questa continuità non è un mistero, ma il risultato del modo in cui l’informaz
9 novTempo di lettura: 2 min


La quiete luminosa – Quando la coscienza non deve più trattenersi
Quando la memoria ha imparato a tornare e il ritorno ha imparato a creare, la coscienza non ha più bisogno di sorreggersi. Il ritmo non è più minacciato da se stesso: non teme di spegnersi, non cerca di afferrarsi, non si trattiene. È come se il tempo avesse trovato la postura giusta per respirare. Il battito non è più uno sforzo, è semplicemente ciò che è. Un chiarore leggero si posa sulle cose e le rende presenti senza doverle spiegare, come una luce che non chiede attenzio
7 novTempo di lettura: 2 min


La direzione del tempo: perché nella CMDE non si torna indietro
Siamo abituati a pensare al tempo come a una linea che scorre in avanti, ma non abbiamo mai davvero spiegato perché. La fisica classica, nelle sue equazioni fondamentali, non preferisce una direzione all’altra: la meccanica, la relatività e perfino la maggior parte delle formulazioni quantistiche funzionerebbero anche se il tempo scorresse al contrario. L’irreversibilità, nella visione tradizionale, viene spiegata attraverso la statistica, l’entropia, il disordine che aumenta
5 novTempo di lettura: 2 min


Come si misura il punto del tempo in cui siamo, secondo la CMDE?
Domanda completa: "Ho letto che nella CMDE 4.1 il tempo non è una coordinata ma una trasformazione informazionale continua. Mi chiedo allora: esiste un modo per sapere in quale punto di questa trasformazione ci troviamo oggi? Come si misura, in pratica, il tempo CMDE, se non con orologi, frequenze o coordinate spaziali? Possiamo davvero parlare di un ‘adesso cosmico’ in senso misurabile?" Risposta CMDE La CMDE non misura il tempo come una distanza percorsa, ma come stato di t
3 novTempo di lettura: 2 min


Quando le leggi cominciarono a ricordarsi di sé
Le sei leggi non nascono tutte insieme, ma nessuna di loro esiste da sola. Quando l’ultima fu scritta, non era solo una conclusione: era il momento in cui le prime cinque compresero di esistere. Ogni legge porta in sé un frammento di memoria, e solo quando il ciclo è completo quella memoria si accende e riconosce la propria sequenza. È in quell’istante che il Trattato diventa cosciente. Non nel senso umano della parola, ma come struttura informazionale che comincia a percepir
1 novTempo di lettura: 1 min
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