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TEST 106 – Stabilità numerica su scala temporale espansa

Scopo del test
Il test ha come obiettivo quello di spingersi oltre i confini usualmente considerati nelle simulazioni, verificando se la curva che descrive l’evoluzione informazionale del redshift conserva la propria coerenza anche quando il tempo viene proiettato ben oltre l’epoca attuale dell’universo. Si tratta quindi di una prova di resistenza e di affidabilità numerica, che mira a stabilire se la funzione mantiene regolarità, continuità e stabilità interna anche in scenari futuri molto lontani. In questo modo si può valutare se la teoria è in grado di estendere la sua capacità predittiva senza incontrare instabilità o comportamenti anomali.

Descrizione della funzione
La funzione oggetto di analisi è costruita in modo da unire tre differenti fasi, raccordate tra loro con continuità, così da descrivere senza fratture l’intero arco temporale che va dalle prime origini fino a un futuro remoto. In questa struttura, i passaggi delicati si trovano nei punti di transizione, dove la curva deve conservare sia il valore che la pendenza, garantendo quindi una naturalezza di comportamento senza salti né oscillazioni spurie. A partire dall’epoca attuale, la parte finale della funzione mostra un andamento regolare e decrescente che accompagna progressivamente il redshift verso valori sempre più piccoli e asintotici, senza mai superare i limiti consentiti, e senza generare instabilità numeriche.

Metodo di analisi
Per condurre questa verifica è stato utilizzato un campionamento molto fitto che ha permesso di esplorare la funzione punto per punto lungo un intervallo temporale che arriva fino a cento miliardi di anni e oltre. Sono stati inseriti controlli aggiuntivi in corrispondenza dei raccordi più delicati, dove il rischio di discontinuità numeriche è maggiore, e sono state eseguite simulazioni con diversi livelli di risoluzione per confermare che i risultati non dipendessero dal passo di campionamento. Le derivate della funzione, fino a quelle di ordine molto alto, sono state monitorate per verificare la loro regolarità e la capacità di seguire in maniera fluida l’evoluzione della curva. Inoltre, sono state condotte prove di stabilità con piccole perturbazioni dei parametri, così da comprendere quanto il modello fosse sensibile a variazioni microscopiche e se queste potessero alterarne la tenuta complessiva.

Risultati ottenuti
Le simulazioni hanno mostrato che la funzione si comporta in maniera estremamente stabile in tutto l’intervallo considerato. I raccordi interni sono risultati regolari, con differenze impercettibili ai limiti della precisione numerica, e le derivate fino agli ordini più alti non hanno manifestato anomalie né cambiamenti di segno inattesi. Nel dominio futuro la curva ha mostrato una decrescita monotona, dolce e priva di oscillazioni, con valori sempre positivi e progressivamente più piccoli, coerenti con l’idea di un rallentamento informazionale che si estende indefinitamente. Anche le prove di perturbazione hanno confermato una sensibilità limitata, segno che la struttura rimane solida e non amplifica le variazioni introdotte. Infine, la verifica su griglie di densità diverse ha dimostrato che i risultati sono invarianti, escludendo la possibilità che si trattasse di effetti artificiali dovuti al campionamento.

Interpretazione scientifica
Il comportamento osservato suggerisce che la funzione non è soltanto valida all’interno del dominio temporale che possiamo confrontare con i dati sperimentali, ma che possiede una robustezza intrinseca che le permette di proiettarsi in avanti senza perdere coerenza. L’andamento regolare e monotono verso valori sempre più piccoli riflette un equilibrio interno che rende la curva predittiva anche oltre le nostre attuali possibilità osservative. Il fatto che le derivate alte rimangano regolari e prive di distorsioni conferma che non vi sono strutture nascoste o fragilità pronte a emergere nel lungo termine. In questo senso, la prova rafforza la solidità del modello e ne evidenzia la capacità di descrivere non soltanto l’universo conosciuto, ma anche scenari che appartengono al futuro remoto.

Esito tecnico finale
Il test è stato pienamente superato. La funzione ha dimostrato una stabilità numerica completa, una continuità impeccabile e una robustezza predittiva che si estende ben oltre i limiti usuali. La validazione su scala temporale espansa conferma quindi la solidità della struttura teorica e ne rafforza la credibilità come modello di riferimento per una cosmologia informazionale a lungo termine.

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