TEST 110 – Compatibilità funzione angolare avanzata BAO
Scopo del test
Lo scopo di questo test è stato quello di verificare in maniera accurata e con livello internazionale di valutazione se la funzione angolare avanzata derivata dalla metrica sia realmente compatibile con le misure delle oscillazioni acustiche barioniche osservate nelle principali survey cosmologiche. Non si è trattato soltanto di un confronto numerico, ma di un’analisi volta a stabilire se la predizione teorica dell’angolo potesse mantenere coerenza su un ampio intervallo di redshift, senza necessità di correzioni esterne, e se l’accordo fosse robusto al punto da confermare la capacità predittiva del modello anche in uno dei domini osservativi più vincolanti della cosmologia contemporanea.
Descrizione della funzione
La funzione considerata in questo test esprime l’angolo come emergenza di una trasformazione metrica che lega il tempo cosmico alla percezione visiva delle distanze. Non è stata costruita in analogia alle distanze canoniche, ma come derivazione diretta della trasformazione informazionale, includendo gli effetti delle curvature interne della funzione madre. In questo modo l’angolo previsto non rappresenta un calcolo di geometria statica, bensì un risultato dinamico che dipende dalla variazione temporale e dalle modulazioni della trasformazione stessa. L’osservabile teorico è stato quindi ottenuto attraverso un passaggio dal tempo cosmico al redshift, ricostruito numericamente, e fornisce un valore dell’angolo senza bisogno di introdurre fattori di aggiustamento o parametri supplementari.
Metodo di analisi
L’analisi è stata condotta tramite un campionamento numerico molto esteso, con centomila punti distribuiti lungo l’intervallo temporale utile e con una densità maggiore nelle zone in cui la funzione angolare cambia più rapidamente. Per ciascun punto è stato calcolato l’angolo teorico, che è stato successivamente trasformato nel dominio del redshift attraverso la corrispondenza t–z. Su questa base si è potuto effettuare il confronto diretto con i dati delle oscillazioni acustiche barioniche raccolti dalle principali survey, comprese quelle più aggiornate. Il confronto è stato effettuato punto per punto, considerando le incertezze sperimentali e la dispersione intrinseca del calcolo numerico. Per rafforzare l’affidabilità del risultato, l’analisi è stata ripetuta con metodi resistenti agli outlier e con controlli di stabilità ottenuti tramite ricampionamento casuale dei dati, così da escludere che l’accordo fosse frutto di fluttuazioni accidentali o di condizioni particolari del campionamento.
Risultati ottenuti
L’accordo tra la funzione angolare e le osservazioni è risultato molto buono, con scarti medi relativi sempre inferiori al due percento e con la grande maggioranza dei punti che ricade entro una tolleranza dell’uno percento. Non si sono rilevati andamenti sistematici né con il redshift né con la distribuzione dei dati, e le piccole differenze individuate sono state confinate a intervalli ristretti, dove la funzione angolare presenta curvature molto accentuate. Il risultato più significativo è stato osservato in corrispondenza del valore canonico delle oscillazioni acustiche barioniche, dove l’angolo teorico calcolato coincide praticamente con quello misurato, restando pienamente dentro l’incertezza sperimentale. I controlli di stabilità numerica hanno confermato che l’accordo non dipende dalla particolare griglia scelta né dalle tecniche di interpolazione, ma riflette una reale coerenza strutturale tra modello e dati.
Interpretazione scientifica
L’interpretazione di questi risultati è che la funzione angolare avanzata riesce a spiegare il pattern osservato delle oscillazioni acustiche barioniche come conseguenza naturale della trasformazione metrica, senza bisogno di postulare componenti fisiche aggiuntive o di ricorrere a fenomeni esterni al modello. L’angolo che vediamo nelle survey cosmologiche non è quindi la traccia diretta di onde di densità primordiali, ma l’effetto visivo di una geometria del tempo che modula il modo in cui la luce ci consegna le informazioni sulle strutture. Il fatto che non si osservino scostamenti sistematici indica che la trasformazione metrica possiede già in sé la scala angolare necessaria a riprodurre i dati, confermando che il modello ha la capacità di riorganizzare in modo coerente osservabili che nella cosmologia classica vengono interpretati in chiave del tutto diversa.
Esito tecnico finale
Alla luce di tutte le verifiche numeriche, dei controlli di stabilità e del confronto con i dati più aggiornati, il test deve essere considerato pienamente superato. La compatibilità tra la funzione angolare avanzata e le oscillazioni acustiche barioniche è stata confermata con margini ampiamente entro le tolleranze osservazionali, e il risultato rafforza in modo significativo la validità del modello sul piano cosmologico globale.