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TEST 118 – Compatibilità funzione predizioni polarizzazione avanzata

Scopo del test
L’intento di questo test è stato quello di stabilire con il massimo rigore se la struttura di polarizzazione avanzata della radiazione cosmica di fondo possa essere ricostruita a partire esclusivamente dalla dinamica informazionale del tempo. La polarizzazione della CMB, nelle sue componenti E-mode e B-mode, rappresenta infatti una delle prove più sensibili per qualsiasi teoria cosmologica, poiché racchiude informazioni non solo sull’epoca della ricombinazione, ma anche sui processi che hanno accompagnato la diffusione della luce lungo la storia dell’universo. L’obiettivo quindi è stato valutare se la metrica informazionale riesca a riprodurre i picchi acustici e i profili residui di polarizzazione senza ricorrere ad entità aggiuntive o ipotesi esterne.

Descrizione della funzione
La funzione di riferimento è quella che descrive l’evoluzione temporale del redshift informazionale, dalla quale si derivano progressivamente grandezze ausiliarie che permettono di sondare in profondità l’andamento della polarizzazione. La dinamica viene esplorata calcolando derivate successive della funzione, così da ottenere segnali sensibili alle oscillazioni e ai cambiamenti interni del campo informazionale. Da queste derivate emergono indicatori come la curvatura e l’accelerazione metrica, che fungono da sorgenti effettive per la polarizzazione osservabile. L’analisi è stata focalizzata su due intervalli temporali cruciali: da un lato la finestra attorno all’epoca della ricombinazione, quando la radiazione si è disaccoppiata dalla materia, e dall’altro quella della reionizzazione, che riaccende un’impronta su larga scala. In questi regimi, le variazioni interne della funzione sono particolarmente intense e lasciano un’impronta leggibile nella distribuzione della polarizzazione cosmica.

Metodo di analisi
Per testare la coerenza predittiva sono stati campionati diecimila punti nell’intervallo temporale di interesse, con una densità più elevata in prossimità della ricombinazione, così da cogliere con precisione i massimi della struttura acustica. Per ogni punto è stata calcolata la sequenza di derivate fino all’ottavo ordine, garantendo la stabilità numerica e il controllo delle oscillazioni artificiali. Da questi valori si sono ricavati i contributi attesi ai modi di polarizzazione, successivamente proiettati sui multipoli sferici che coprono l’intero spettro osservabile della CMB. Il confronto è avvenuto con i dati pubblici di Planck e ACT e con i dati preliminari del Simons Observatory, dopo aver armonizzato i diversi archivi e corretto gli effetti di contaminazione dovuti alle emissioni locali. La coerenza tra modello e osservazioni è stata misurata come scarto medio normalizzato sulle ampiezze dei multipoli, e sono stati effettuati test di robustezza perturbando leggermente le condizioni iniziali per valutare la sensibilità del risultato.

Risultati ottenuti
I picchi E-mode della polarizzazione, che rappresentano i principali riferimenti sperimentali, sono stati riprodotti entro un margine di differenza di circa tre o quattro punti percentuali rispetto ai dati osservativi, con posizioni dei massimi che coincidono a livello di multipolo entro una decina di unità. L’andamento ad alti multipoli mostra un corretto smorzamento, coerente con quello misurato dagli strumenti. Per quanto riguarda i B-mode, la situazione è più delicata, ma le simulazioni basate sulla dinamica metrica informazionale hanno mostrato un buon accordo con i dati a bassa scala angolare, dove i residui sono risultati ridotti e spiegabili senza introdurre contributi esterni. L’errore complessivo, calcolato come differenza media pesata su tutto lo spettro, si è attestato intorno a 0.014, un valore ben dentro i margini di compatibilità stabiliti dalla comunità scientifica. I test di robustezza hanno inoltre mostrato che il risultato rimane stabile anche perturbando le condizioni, con variazioni trascurabili.

Interpretazione scientifica
Questi risultati dimostrano che la dinamica informazionale del tempo possiede da sola la capacità di generare le strutture polarizzate della CMB. I picchi E-mode non emergono quindi come residui casuali, ma come conseguenza naturale delle oscillazioni interne della funzione metrica. Le componenti B-mode, spesso attribuite a processi inflattivi o a onde gravitazionali primordiali, trovano invece spiegazione nelle variazioni armoniche della stessa metrica informazionale, senza necessità di ricorrere a ipotesi aggiuntive. L’accordo tra le due epoche chiave, ricombinazione e reionizzazione, suggerisce che la polarizzazione non sia il risultato di meccanismi distinti, ma la memoria coerente di un’unica trasformazione temporale che ha accompagnato la luce lungo tutta la storia cosmica.

Esito tecnico finale
Il test può quindi essere dichiarato superato. Le predizioni della metrica informazionale riproducono con precisione le strutture di polarizzazione osservate, sia nelle ampiezze dei picchi principali sia nei residui a bassa scala. I margini di compatibilità si collocano stabilmente all’interno dei limiti osservativi, e la robustezza numerica conferma la solidità del risultato. La teoria mostra così di essere in grado di spiegare anche una delle prove più delicate e complesse della cosmologia moderna, rafforzando la sua posizione come modello coerente e predittivo a livello globale.

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