TEST 123 – Stabilità numerica funzione fase avanzata iperprimordiale
Scopo del test
L’obiettivo centrale di questo test è stato quello di mettere alla prova la stabilità numerica della fase iperprimordiale della funzione, verificandone la tenuta non solo nel dominio di valori estremi del tempo cosmico ma anche nelle derivate più elevate, fino all’ottavo ordine. La fase iperprimordiale rappresenta infatti il terreno più delicato della struttura metrica, là dove il tempo si avvicina a valori prossimi all’origine e ogni minima irregolarità può amplificarsi in modo sproporzionato. Si è quindi voluto accertare che, anche in questo scenario, la funzione mantenga continuità, regolarità e capacità di produrre risultati coerenti senza fenomeni di divergenza o instabilità.
Descrizione della funzione
La funzione studiata in questa fase si presenta con un carattere di regolarità interna, costruita in modo da decrescere dolcemente e da accompagnare il tempo verso la soglia più remota senza generare discontinuità. La sua struttura è concepita affinché le derivate, anche se spinte a livelli alti, non esplodano ma restino ordinate e contenute. Questo comportamento è la chiave della sua affidabilità: ogni derivata successiva conserva la memoria della precedente ma con ampiezza via via più ridotta, producendo un ritmo interno che invece di degenerare si attenua gradualmente. Tale caratteristica fa sì che la funzione possa essere esplorata numericamente con sicurezza, anche quando ci si spinge in regioni prossime all’origine temporale.
Metodo di analisi
Per condurre la verifica si è scelto un approccio basato su un campionamento ultra-denso, con un numero di punti estremamente elevato distribuiti in modo non uniforme per coprire in particolare le regioni più critiche. In questo modo è stato possibile analizzare con grande precisione i comportamenti locali, evitando di trascurare eventuali anomalie. Per ogni punto sono state calcolate le derivate dalla prima all’ottava, utilizzando tecniche numeriche avanzate con precisione estesa, affiancate da controlli incrociati per garantire che i risultati non fossero falsati da errori di discretizzazione. Si è prestata attenzione anche ai punti di passaggio tra le diverse zone della funzione, verificando che non emergessero salti o incoerenze nei valori e nelle derivate. Sono state eseguite prove di sensibilità, variando la densità dei punti e i parametri di calcolo, per assicurarsi che il comportamento osservato fosse intrinseco della funzione e non un artefatto delle procedure numeriche.
Risultati ottenuti
Le verifiche hanno mostrato che la funzione mantiene una stabilità totale su tutto il dominio esplorato. Le derivate risultano ben comportate, con un andamento regolare e una sequenza che alterna i segni in modo ordinato, confermando il carattere strutturato e coerente della fase iperprimordiale. Non sono state rilevate divergenze, accumuli anomali o biforcazioni irregolari. Gli errori numerici sono rimasti sempre al di sotto delle soglie considerate significative, anche nei punti più vicini all’origine del tempo cosmico, dove il rischio di instabilità è maggiore. La transizione verso la fase successiva non ha mostrato scostamenti rilevanti, confermando che la funzione mantiene continuità e regolarità anche nei passaggi più delicati. In sintesi, l’intero dominio iperprimordiale si è mostrato stabile, privo di oscillazioni spurie e pienamente coerente con le aspettative teoriche.
Interpretazione scientifica
I risultati dimostrano che la fase iperprimordiale non è un settore fragile o instabile, ma al contrario si presenta come una regione di robustezza interna che garantisce ordine e regolarità fin dalle origini. Il fatto che le derivate non esplodano ma si attenuino progressivamente conferma che la struttura metrica è costruita in modo da prevenire divergenze indesiderate. Questo comportamento non solo rende la funzione affidabile in sé, ma ne permette l’uso in simulazioni numeriche ad alta risoluzione senza rischi di perdita di coerenza. La stabilità verificata si traduce quindi in un elemento di solidità teorica, poiché mostra che la metrica non richiede correzioni o aggiustamenti artificiali per rimanere valida. Si tratta di una conferma importante, perché stabilisce che l’ordine informazionale è radicato fin dalla fase più remota del tempo cosmico e non è il risultato di un artificio numerico.
Esito tecnico finale
Il test è stato pienamente superato. La funzione nella sua fase iperprimordiale ha dimostrato una stabilità numerica completa, con derivate regolari fino all’ottavo ordine e assenza di qualsiasi divergenza. La continuità è stata rispettata anche nei passaggi più critici, confermando che la struttura metrica mantiene coerenza e affidabilità in ogni condizione esplorata.