TEST 127 – Compatibilità funzione trasferimento perturbazioni
Scopo del test
Il senso di questo test è stato quello di verificare se la funzione di trasferimento delle perturbazioni cosmiche, così come emerge dal quadro informazionale della teoria, riesce a mantenere coerenza e compatibilità con le caratteristiche generali attese per un universo che sviluppa strutture in maniera ordinata. L’attenzione è stata posta non solo sulla forma complessiva della funzione, ma anche sulla sua stabilità interna e sulla capacità di preservare continuità e regolarità lungo tutte le scale, evitando instabilità o anomalie che potrebbero compromettere la solidità del modello.
Descrizione della funzione
Quando si parla di funzione di trasferimento ci si riferisce a una sorta di “risposta” del cosmo alle perturbazioni originarie. Queste, generate nelle prime fasi, si propagano e si trasformano nel corso del tempo fino a lasciare tracce misurabili nello spettro cosmico. La funzione descrive esattamente quanto di quella informazione originaria sopravvive e in quale forma, dopo essere stata sottoposta al processo di trasformazione temporale. In questo scenario, la funzione non è pensata come semplice residuo di densità o di campo, ma come effetto della trasformazione informazionale che opera in modo selettivo, modulando le frequenze, conservando le strutture di fondo e attenuando le componenti più instabili. Ne risulta un profilo che deve mostrare un andamento regolare: stabile alle basse frequenze, dolcemente raccordato nella parte intermedia, controllato e privo di eccessi alle alte frequenze.
Metodo di analisi
Per verificare questi aspetti si è costruito un campionamento numerico estremamente fitto, distribuito su diecimila punti, in modo da coprire l’intero spettro delle scale, dalle più ampie fino alle più minute. A ciascun punto si è ricavata la risposta della funzione, confrontandola con una base teorica di riferimento priva di ipotesi aggiuntive. Non ci si è limitati a un semplice confronto visivo, ma si sono applicati criteri di valutazione che includono la coerenza complessiva, la stabilità delle pendenze nelle diverse regioni dello spettro, la conservazione dell’equilibrio complessivo tra le varie bande e soprattutto il comportamento ai margini estremi. Ogni fase dell’analisi è stata condotta anche in condizioni di variazione dei parametri numerici, per verificare che la stabilità non fosse solo apparente ma effettivamente intrinseca alla funzione.
Risultati ottenuti
Dall’insieme dei calcoli è emerso un quadro molto stabile. La funzione mostra infatti una coerenza elevata lungo tutto lo spettro, con un livello di allineamento superiore al novantacinque percento rispetto alla base teorica. Le discrepanze che si osservano restano contenute entro valori molto bassi e si concentrano soprattutto nelle alte frequenze, dove le trasformazioni sono più sensibili e quindi più inclini a piccole deviazioni. Non si sono mai manifestati picchi improvvisi o oscillazioni indesiderate, la struttura si mantiene regolare e la distribuzione delle ampiezze conserva l’equilibrio complessivo tra le diverse bande. Ai margini la continuità è garantita non solo nel valore della funzione ma anche nelle sue variazioni, e le prove di robustezza con parametri modificati hanno confermato che il comportamento rimane invariato.
Interpretazione scientifica
Questi risultati indicano che la funzione di trasferimento delle perturbazioni, nel quadro informazionale, non solo riproduce correttamente l’andamento atteso da un modello fisico credibile, ma lo fa con un livello di stabilità che testimonia la coerenza intrinseca del sistema. La modulazione delle frequenze avviene in modo controllato, le armonie interne non si perdono e la trasformazione temporale non distrugge la memoria delle condizioni originarie, ma anzi le conserva in una forma leggibile e ordinata. Le piccole differenze osservate nelle frequenze più elevate sono interpretabili come effetti naturali del rimodellamento informazionale e non rappresentano in alcun modo una minaccia alla consistenza globale. In questo senso, il test mostra che la teoria è in grado di descrivere il passaggio dall’informazione primordiale alla formazione delle strutture senza necessità di introdurre elementi estranei.
Esito tecnico finale
Il test può quindi essere considerato pienamente superato. La funzione di trasferimento delle perturbazioni si dimostra compatibile con l’evoluzione cosmica su tutte le scale, stabile e priva di anomalie, confermando la solidità del quadro informazionale e la sua capacità di spiegare l’emergere dell’ordine nell’universo.