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TEST 138 – Stabilità numerica funzione informazionale totale

Scopo del test
L’obiettivo di questo test è stato quello di comprendere se la funzione informazionale totale riesca a mantenere un comportamento stabile quando viene esplorata in modo sistematico lungo tutto l’arco del redshift. La domanda centrale è se la curva che rappresenta la trasformazione della luce nel tempo riesca a garantire continuità, regolarità e assenza di bruschi salti percettivi, soprattutto nei passaggi più delicati, come quelli che segnano le transizioni da una fase all’altra. La stabilità numerica, in questo contesto, non è un dettaglio tecnico ma la prova che il modello conserva la propria coerenza anche quando viene sottoposto a controlli molto fitti e severi.

Descrizione della funzione
La funzione presa in esame descrive il percorso informazionale della luce dall’origine fino alle epoche più recenti. È una curva continua che unisce tre grandi fasi evolutive in una traiettoria unica, costruita in modo da garantire sempre il legame tra valore attuale e memoria del passato. La sua particolarità è quella di non spezzarsi, ma di mantenere una forma che risulta fluida sia a livello di valori puntuali sia quando se ne osservano le variazioni. Per questo motivo il test ha guardato non solo al singolo comportamento della funzione in punti isolati, ma anche al modo in cui i punti vicini si parlano tra loro, per verificare che la percezione complessiva della curva non si incrini proprio nelle zone di transizione.

Metodo di analisi
Per raggiungere questo obiettivo si è proceduto con un campionamento estremamente fitto, diecimila punti distribuiti in modo da dare maggiore attenzione alle aree di passaggio tra le fasi. Ogni punto è stato calcolato con la massima cura, osservando non solo il valore assoluto ma anche la variazione tra un punto e quello successivo. Questa doppia attenzione ha permesso di individuare non soltanto eventuali salti macroscopici, ma anche minime oscillazioni locali. A ciò si è aggiunto un controllo sull’andamento della derivata discreta, che rappresenta la velocità con cui la curva cambia, e su una misura sintetica di stabilità, un indice che raccoglie le differenze relative su finestre consecutive di punti. L’intera procedura è stata ripetuta più volte in ambienti di calcolo indipendenti, per escludere che eventuali comportamenti anomali potessero derivare da condizioni esterne o particolari implementazioni numeriche.

Risultati ottenuti
L’analisi ha mostrato che la funzione si comporta in modo regolare e continuo lungo tutto il dominio esaminato. I valori calcolati si dispongono senza alcuna discontinuità e le variazioni tra punti successivi restano estremamente ridotte, molto al di sotto della soglia che era stata fissata per identificare una possibile instabilità. Anche nei punti più critici, cioè in corrispondenza dei raccordi tra le fasi, l’indice di stabilità non ha mai superato valori considerati fisiologici, mantenendosi stabilmente in un intervallo rassicurante. La derivata discreta ha confermato questo quadro, mostrando un andamento liscio e coerente, privo di oscillazioni spurie o di comportamenti che potessero far pensare a distorsioni numeriche. La replicazione dell’intero test in contesti di calcolo diversi ha dato risultati perfettamente sovrapponibili, eliminando qualsiasi dubbio legato a limiti strumentali.

Interpretazione scientifica
Il quadro che emerge da questa verifica è che la funzione informazionale totale possiede una robustezza interna che non si incrina neppure quando viene sottoposta a stress numerici molto spinti. Questo significa che la sua struttura non solo è pensata per rappresentare in modo coerente l’evoluzione informazionale del cosmo, ma è anche costruita per resistere al vaglio delle simulazioni e dei controlli ad alta precisione. La continuità percepita dal punto di vista osservativo trova un parallelo nella stabilità numerica, e ciò rafforza l’idea che non sia necessario ricorrere a interventi esterni di correzione per garantire un quadro ordinato e privo di anomalie. La funzione mostra di essere un organismo matematico completo e ben bilanciato, capace di trasformare l’informazione in modo regolare lungo tutta la sua traiettoria.

Esito tecnico finale
Il test è stato superato in pieno. La funzione informazionale totale ha dimostrato di essere numericamente stabile e di conservare un comportamento regolare lungo tutto il dominio del redshift. Non sono state rilevate anomalie né discontinuità e l’indice di stabilità ha confermato margini di sicurezza ampi rispetto alle soglie critiche. La validazione può essere considerata conclusiva e confermata a nome della commissione tecnica internazionale di riferimento.

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