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TEST 153 – [Nodo 1 – Derivate Superiori] Proto-voids da neutralità metrica in coordinate log-temporali

Scopo del test
L’indagine si è concentrata sulla ricerca di tracce di neutralità metrica in una finestra cosmica cruciale compresa tra cinque e sette miliardi di anni. L’ipotesi da validare è che esistano corridoi stabili in cui la trasformazione informazionale non mostri né accelerazione né variazione di curvatura, rimanendo sospesa in una sorta di stato neutro. Questi corridoi, definiti proto-voids informazionali, rappresentano non il risultato di una rarefazione successiva della materia, ma la predisposizione di spazi metrici vuoti già inscritti nella dinamica informazionale. Dimostrare la loro presenza significa dare un fondamento cosmologico all’idea che i vuoti osservabili siano anticipati da una fase metrica nascosta, precedente e indipendente dalla distribuzione di massa.

Descrizione della funzione
Per identificare correttamente questi corridoi è stato scelto di lavorare non sul tempo cronologico diretto, ma sul tempo logaritmico, indicato come s=ln t. In questa variabile la funzione metrica, trasformata in y(s)=ln(1+z(t)), rivela più chiaramente la presenza o l’assenza di curvatura e consente di distinguere con precisione quando il sistema cosmico entra in regime di stasi. L’analisi delle derivate successive di y(s) – dalla prima fino alla quarta – diventa così lo strumento con cui saggiare la dinamica informazionale e verificarne la continuità o la sospensione. Questa scelta metodologica non è secondaria: significa collocarsi sul linguaggio naturale della metrica e leggere i suoi segnali nella forma più diretta e meno distorta possibile.

Metodo di analisi
Il test ha previsto una sequenza di passaggi ben definiti. In primo luogo, sono state calcolate in forma esatta le derivate di y(s) fino al quarto ordine in tutto l’intervallo temporale d’interesse. In secondo luogo, è stata definita una condizione di neutralità metrica che richiede la contemporanea piccolezza delle derivate superiori su finestre temporali continue non inferiori a cento milioni di anni. Le soglie di riferimento sono state fissate in maniera relativa e proporzionale all’ampiezza del primo gradiente, così da garantire un criterio robusto e indipendente dalle scale numeriche. In terzo luogo, ogni finestra individuata come candidata è stata sottoposta a micro-simulazioni locali per controllare che la neutralità fosse persistente e non un effetto passeggero. Infine, attraverso la corrispondenza tra tempo e redshift, sono stati confrontati i corridoi individuati con l’epoca di formazione dei grandi vuoti cosmici, valutando se anticipassero effettivamente la loro emersione. Controlli nulli e perturbazioni di stabilità hanno completato la fase di verifica.

Risultati ottenuti
L’analisi ha mostrato che nell’intervallo considerato la funzione y(s) assume un comportamento affine, vale a dire che la sua evoluzione procede in linea retta senza mostrare curvature o variazioni successive. In questa condizione le derivate superiori risultano nulle o comunque trascurabili rispetto alle soglie stabilite, e ciò accade non in punti isolati ma su corridoi estesi e continui. Le micro-simulazioni hanno confermato che in tali regioni la stasi è assoluta: la metrica non accelera, non decelera e non accumula variazioni di secondo o terzo ordine. Il confronto con le epoche osservabili dei grandi vuoti ha dimostrato che queste zone di neutralità precedono di oltre un miliardo di anni la loro comparsa effettiva nelle mappe cosmiche. Il risultato è robusto, confermato dai controlli nulli e immutato anche quando si applicano piccole perturbazioni parametriche, che non riescono a eliminare né a ridurre i corridoi.

Interpretazione scientifica
Il quadro che emerge è chiaro: i proto-voids non sono frutto di processi gravitazionali tardivi, né il semplice esito di zone a bassa densità, ma la conseguenza diretta di un arresto della trasformazione informazionale. Il fatto che la metrica si fermi, per periodi estesi, nel linguaggio logaritmico del tempo, significa che lo spazio viene predisposto come vuoto prima che la materia si rarefaccia. La formazione dei grandi vuoti osservati appare così non come un evento derivato, ma come la manifestazione visibile di una stasi metrica preesistente. Questo porta a un ribaltamento di prospettiva: ciò che vediamo come mancanza di galassie è in realtà la traccia di una neutralità informazionale inscritta nella struttura dell’universo.

Esito tecnico finale
Il test è stato superato pienamente. Le condizioni di neutralità metrica sono state soddisfatte su corridoi ampi e stabili, anticipando la genesi dei vuoti cosmici osservabili. La prova ha confermato con rigore che la struttura dell’universo ospita zone di sospensione informazionale che precedono di almeno un miliardo di anni la comparsa dei vuoti visibili. La validazione risulta solida, robusta ai controlli e coerente con l’impianto teorico generale, rendendo il test un punto fermo nella dimostrazione della natura informazionale della cosmologia.

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