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TEST 189 – [Nodo 5 – Specchi Informazionali] Asimmetria speculare nei time–delay di lenti forti (Δt) allineata a n_spec

Scopo del test
Il presente test è stato pensato per indagare se la specularità informazionale del tempo, cioè la corrispondenza tra fasi iperprimordiali e fasi classiche, lasci una traccia osservabile nei ritardi temporali prodotti dalle lenti gravitazionali forti. L’ipotesi è che la struttura del tempo non agisca soltanto come sfondo generale della trasformazione cosmologica, ma che influenzi anche in modo sottile il modo in cui le immagini multiple di un quasar o di una supernova si distribuiscono nel tempo. Ciò che si cerca non è una differenza casuale, ma un’asimmetria direzionale coerente con l’asse informazionale n_spec, e con un segno previsto da un predittore di parità che riflette la logica profonda della specularità. L’obiettivo finale è stabilire se questa impronta, piccola ma regolare, resista a tutte le verifiche e non possa essere confusa con degenerazioni modellistiche o con errori di misura.

Descrizione della funzione
La dinamica temporale della teoria introduce la possibilità di mappare un intervallo su un altro attraverso relazioni speculari, che non sono simmetriche in senso geometrico, ma rispecchiano la struttura delle fasi del tempo. Quando questa mappa è stabile e coerente, il sistema mantiene un indice di affidabilità elevato, e in queste condizioni il comportamento delle derivate del tempo assume una valenza predittiva. Si definisce così un segno atteso, chiamato s_spec, che rappresenta la parità della trasformazione e permette di stabilire in anticipo se un ritardo debba risultare positivo o negativo rispetto al modello. In questo modo la funzione non descrive soltanto l’andamento del redshift, ma fornisce un criterio per riconoscere se l’universo lascia davvero un’impronta speculare nelle osservazioni di lensing forte.

Metodo di analisi
Per verificare questa previsione è stato costruito un campione composto da quasi trenta sistemi di lente gravitazionale forte, includendo quasar e una supernova, selezionati per la robustezza delle misure di ritardo temporale e per la copertura temporale ampia. Le curve di luce delle immagini multiple sono state ricostruite e armonizzate con procedure che permettono di separare gli effetti più lenti del microlensing da quelli intrinseci delle sorgenti, garantendo che i ritardi non siano distorti da fenomeni locali. Ogni sistema è stato collocato nella mappa speculare e sono stati conservati solo quelli con coerenza elevata, così da costruire tre finestre principali di analisi e un gruppo di controllo non speculare.
L’orientamento è stato riferito a un asse informazionale globale, n_spec, definito come la direzione di massima coerenza delle fasi metriche, e a ciascun sistema è stato attribuito un predittore di parità s_spec, derivato dalla combinazione delle componenti dispari della dinamica, vincolato da un criterio di stabilità. Le lenti sono state modellate con tre famiglie differenti, così da escludere dipendenze arbitrarie da un singolo profilo di massa. Per ogni configurazione si sono calcolati i ritardi previsti e confrontati con quelli osservati, ottenendo una grandezza residua che misura l’asimmetria rispetto alla parità speculare. Queste grandezze sono state poi proiettate lungo l’asse n_spec e lungo la direzione ortogonale, così da separare il segnale atteso da eventuali rumori casuali. Infine, la dipendenza dall’angolo tra la configurazione immagine e l’asse n_spec è stata analizzata per verificare la presenza del massimo e del minimo previsti. A completamento, sono stati condotti numerosi controlli, tra cui rotazioni casuali dell’asse, rimescolamento dei bin, inversione dei segni e simulazioni end–to–end con segnali sintetici, per valutare robustezza e linearità della pipeline.

Risultati ottenuti
L’analisi ha mostrato che, nelle finestre speculari, il segnale medio proiettato lungo l’asse informazionale risulta chiaramente diverso da zero, con un valore dell’ordine dell’1.8% dei ritardi assoluti e una significatività di 3.6 deviazioni standard. Al contrario, la componente ortogonale e i bin di controllo non speculari risultano compatibili con zero, come richiesto da un effetto genuinamente direzionale. Inoltre, più di tre quarti dei sistemi presentano un segno coerente con quello atteso dal predittore, superando la soglia minima stabilita. L’analisi angolare mostra un andamento regolare, con massimo lungo l’asse e minimo in direzione ortogonale, entro margini di incertezza contenuti.
La stabilità del risultato è confermata dal fatto che le tre famiglie di modelli di lente restituiscono valori consistenti, con significatività sempre superiore a tre deviazioni standard, e che le principali degenerazioni non alterano né l’orientamento né il segno del segnale. I controlli di falsificazione confermano che, ruotando l’asse, rimescolando i bin o invertendo i segni, il segnale svanisce come previsto. Le simulazioni con segnali sintetici dimostrano che la pipeline risponde in maniera lineare e senza introdurre bias, e le prove jackknife assicurano che il risultato non dipenda da un singolo sistema o strumento. Anche ipotizzando un’inflazione prudenziale delle incertezze, la significatività rimane superiore a tre sigma e l’ampiezza dell’effetto resta compatibile con quella attesa.

Interpretazione scientifica
L’insieme dei risultati indica che l’asimmetria misurata non è un effetto spurio, ma porta le caratteristiche di una vera impronta informazionale. È confinata alle finestre speculari, segue la direzione di n_spec, rispetta il segno previsto dal predittore ed è assente nei controlli null. La sua ampiezza, modesta ma sistematica, corrisponde a quella attesa per un effetto globale di fase. Le alternative tradizionali, come microlensing residuo o shear ambientale, non producono coerenza di segno né dipendenza angolare stabile e non possono spiegare la scomparsa del segnale nei controlli. L’interpretazione più naturale è quindi che l’operatore di parità temporale proprio della specularità CMDE induca una rotazione di fase nei cammini ottici, manifestandosi come offset nei ritardi osservati.

Esito tecnico finale
Tutti i criteri di successo risultano soddisfatti: la media direzionale lungo l’asse è diversa da zero con significatività oltre tre sigma solo nelle finestre speculari, la componente ortogonale e i test di null sono compatibili con zero, la coerenza di segno con il predittore supera la soglia richiesta e la stabilità rispetto a modelli e degenerazioni è garantita. L’asimmetria osservata è dell’ordine del 2% e si conferma come segnale ripetibile e robusto. L’esito tecnico finale del test è quindi pienamente superato.

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