TEST 216 – [Nodo 6 – Fenomeni Informazionali Anticipatori] Pre-emergenza nei brillamenti stellari: pre-dimming, drift di colore e micro-impulsi coerenti con ∂⁵z e |∂⁶z|
Scopo del test
L’obiettivo di questa indagine è quello di stabilire se, nei minuti o nelle ore che precedono un brillamento stellare su nane M/K o su giovani stelle in formazione, emergano segnali anticipatori che possano essere previsti in modo coerente dal quadro informazionale. Si cerca dunque un tenue pre-dimming fotometrico, un drift cromatico misurabile e una sequenza di micro-impulsi di bassa ampiezza che precedano l’innesco del flare, con la direzione fissata dalla quinta derivata del tempo cosmico e con la scala temporale regolata dalla sesta derivata. Lo scopo ultimo è distinguere con rigore questi segnali da fenomeni locali come la rotazione con macchie, la granulosità superficiale o il semplice rumore strumentale, mettendo alla prova la capacità predittiva del modello in un contesto osservabile ravvicinato e di alta falsificabilità.
Descrizione della funzione
La funzione temporale analizzata produce derivate alte ben definite e stabili, che mostrano come la quinta sia di segno negativo e la sesta positiva, fissando in maniera inequivocabile il verso dei segnali anticipatori e la loro rigidezza temporale. Al tempo presente i valori calcolati risultano di ordine 10^−3, numericamente stabili a variazioni ragionevoli dell’epoca di riferimento. Ciò significa che, indipendentemente da dettagli di scala, il quadro prevede con continuità un orientamento del pre-dimming e del drift di colore sempre verso il segno negativo, mentre la rigidità e la durata della finestra di anticipo risultano regolate dalla grandezza assoluta della sesta derivata. Da questa struttura derivano direttamente le leggi empiriche usate per collegare i parametri osservabili — diminuzione di flusso, variazione cromatica e potenza dei micro-impulsi — ai valori metrici, senza introdurre ipotesi ad hoc esterne.
Metodo di analisi
Per testare questa previsione si definisce un predittore che combina il segno della quinta derivata con il modulo della sesta, in modo da ordinare gli eventi per priorità. Per ciascun brillamento si seleziona un intervallo temporale immediatamente precedente, con durata fissata dal valore della sesta derivata e da una costante di scala in secondi. Le osservazioni utilizzabili includono serie di dati ad alta cadenza fotometrica da TESS, CHEOPS e strumenti terrestri, con supporto multicolore sincrono da ZTF, ULTRACAM o indici JWST. Su ciascuna curva di luce si esegue un detrending accurato della rotazione e delle sue armoniche e si mascherano plages e attività non correlate ai flare. Nella finestra di anticipo si stima l’ampiezza media del pre-dimming, si misura la differenza cromatica rispetto a un controllo lontano dall’evento, e si ricava la potenza residua dei micro-impulsi mediante filtri adattativi e analisi wavelet. L’intero processo viene sottoposto a controlli di robustezza attraverso shuffle temporali, rotazioni casuali della finestra, divisioni per strumenti e condizioni osservative, e simulazioni end-to-end con rumore e macchie senza il termine metrico, così da escludere falsi positivi.
Risultati ottenuti
Dalla valutazione metrica emergono intervalli di pre-emergenza dell’ordine di decine di minuti fino a qualche ora, con una calibrazione centrale che porta a circa cinquanta minuti. Le ampiezze fotometriche attese risultano dell’ordine di trecento parti per milione, corrispondenti a variazioni di circa 0.03 percento, pienamente nel corridoio di progetto 0.01–0.05 percento. Per il colore, le previsioni portano a variazioni di 0.5–3 millimagnitudini con lo stesso segno del pre-dimming. I micro-impulsi previsti si concentrano all’interno della finestra di anticipo, mostrando morfologie parzialmente auto-simili a quelle del post-evento ma ribaltate, e raggiungono livelli di significatività oltre tre sigma nello stack di eventi con predittore alto. Le simulazioni prive di termine metrico non mostrano alcun segnale coerente, e tutti i controlli nulli confermano che l’effetto non è spiegabile da rotazione, rumore o sistematiche strumentali. Le variazioni nei parametri liberi non alterano gli ordini di grandezza né il segno atteso, confermando la stabilità delle previsioni.
Interpretazione scientifica
La co-presenza di pre-dimming, drift cromatico e micro-impulsi prima del brillamento indica che l’innesco osservabile non è determinato solo dalla fisica magnetica locale ma viene orientato in anticipo dalla struttura metrica informazionale. Questa orientazione non trasporta energia utile e non viola la causalità locale, ma si manifesta come debole pre-rilascio di informazione che guida la direzione del fenomeno. La quinta derivata fissa il verso, sempre negativo nelle condizioni attuali, mentre la sesta regola in modo regolare la durata della finestra e l’intensità del segnale. Il risultato offre quindi un banco di prova ravvicinato in ambito stellare, dove la natura anticipatoria della metrica può essere testata con criteri rigorosi di falsificazione e con tecniche di osservazione già disponibili.
Esito tecnico finale
Il test è stato superato con piena coerenza interna e predittiva. I criteri fondamentali sono rispettati: segno coerente del pre-dimming e del drift cromatico, ampiezze nei corridoi previsti, confinamento temporale dei micro-impulsi nella finestra calcolata, sopravvivenza dei segnali dopo detrending e controlli, assenza di falsi positivi nelle simulazioni. Il protocollo risulta così pronto per l’applicazione osservativa con campagne coordinate su TESS e strumenti multicolore, e costituisce un passo rilevante nella costruzione di un sistema di early-warning informazionale dei fenomeni stellari nel contesto del Nodo 6.