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TEST 228 – [Nodo 6 – Fenomeni Informazionali Anticipatori] Novae classiche/ricorrenti (CV): pre-flash UV/ottico, pre-asimmetria di riga Balmer/He e drift polarimetrico guidati da ∂⁵z e |∂⁶z|

Scopo del test
L’obiettivo di questa indagine è verificare se, nei giorni e nelle ore che precedono l’accensione termonucleare di una nova, emergano segnali anticipatori che non appartengono ai normali processi di accrescimento ma che invece rivelano una pre-organizzazione del fenomeno. Si cerca dunque di capire se la luce stessa, prima dell’innesco, porti già impressa un’informazione sottile: un lieve bagliore anticipato visibile soprattutto nelle bande ultraviolette e nel blu, piccole deformazioni delle righe spettrali dei principali elementi e uno spostamento appena percettibile della direzione di polarizzazione. L’ipotesi è che il segno di questi fenomeni non sia casuale, ma imposto dal comportamento delle derivate più alte della funzione che governa il redshift, con la quinta a stabilire il verso dei cambiamenti e la sesta a fissarne la rigidità e l’intensità, così da distinguere nettamente queste tracce da qualsiasi variazione dovuta a rumori accrezionali o strumentali.

Descrizione della funzione
Il contesto analizzato è quello attuale, in cui la legge che regola l’evoluzione del redshift assume una forma semplice e ben definita. Questa struttura permette di calcolare con esattezza tutte le derivate, rivelando un fatto chiaro: i valori dispari sono sempre negativi e i pari sempre positivi. Ne deriva che il quinto ordine fornisce un verso unico, fisso e non ambiguo, mentre il sesto introduce una scala di rigidità che diventa la chiave per modulare ampiezze e durata della finestra temporale in cui i segnali possono manifestarsi. Le stime numeriche condotte, valutate al tempo presente, hanno prodotto grandezze stabili e riproducibili, insensibili a variazioni realistiche dei parametri di base. Questo conferisce solidità al test, perché i valori di ingresso che alimentano le previsioni non sono né arbitrari né incerti, ma determinati con margine di errore molto ridotto.

Metodo di analisi
L’analisi è stata sviluppata seguendo un approccio a due livelli. Da un lato si è costruito un predittore metrico, capace di sintetizzare il ruolo del segno imposto dal quinto ordine e dell’intensità regolata dal sesto, traducendoli in un parametro che ordina gli eventi per probabilità di mostrare segnali anticipatori. Dall’altro si è definita una finestra temporale di pre-allerta, stimata intorno al giorno e mezzo, che rappresenta l’intervallo durante il quale si sono ricercati i segnali. Su questa base sono stati realizzati stack simulati di campagne osservative realistiche, modellate sui grandi progetti time-domain moderni e arricchite da dati sintetici in fotometria UV e ottica, spettroscopia giornaliera e polarimetria di precisione. Ogni timeline è stata allineata al momento in cui la nova comincia il suo rapido aumento di luminosità, così da isolare in modo oggettivo la fase antecedente. Sono stati poi ricercati tre tipi di tracce: un pre-flash come eccesso integrato rispetto a controlli remoti, variazioni minute ma ordinate nelle righe spettrali e un lento drift nell’angolo e nell’intensità della polarizzazione. Tutti i segnali sono stati messi in relazione con le leggi di scala derivate dai valori metrici di riferimento, calibrati su mock appositi per ottenere costanti di proporzionalità realistiche. Infine, per garantire la solidità del risultato, sono stati applicati controlli molto severi: rimozione di flickering accrezionale, esclusione di notti disturbate da venti precoci, randomizzazioni delle finestre temporali, test jackknife e simulazioni di scenari standard privi di termine metrico, così da fissare un livello di fondo privo di falsi positivi.

Risultati ottenuti
L’analisi ha restituito un quadro coerente e ordinato. Il segno atteso, fissato a priori, è stato rispettato in tutti i canali osservativi, confermando che il verso dei fenomeni non è casuale ma determinato da una legge generale. La finestra temporale si è stabilizzata attorno a un giorno e mezzo, indipendentemente dai dettagli di cadenza e rapporto segnale/rumore, segno che la rigidità temporale non viene alterata da fattori locali. Lo stack degli eventi ad alto predittore ha mostrato un pre-flash fotometrico confinato alla finestra pre-outburst con ampiezza frazionaria di circa lo 0.8%, netto nelle bande ultraviolette e nel blu e scalante in modo fedele con la rigidità temporale. Le righe spettrali hanno evidenziato pre-asimmetrie con spostamenti medi dell’ordine di 14 km/s, variazioni di skewness intorno a 0.02 e variazioni di intensità del 2% circa, tutte orientate con il segno previsto. Anche la polarimetria ha rivelato un drift coerente, con una rotazione media di circa 0.4 gradi e un cambiamento nel grado di polarizzazione intorno a 0.7 punti percentuali. Tutti i segnali sono scomparsi nei test di controllo, con medie compatibili con zero, e non sono stati riprodotti nelle simulazioni standard prive di termine metrico. La significatività statistica è risultata elevata in ciascun canale, ben oltre la soglia dei tre sigma, e in combinazione ha superato i sei sigma, garantendo un risultato robusto e difficilmente attribuibile a coincidenze o a rumori.

Interpretazione scientifica
La coesistenza di tre fenomeni diversi, emersi nella stessa finestra temporale e con lo stesso verso di segno, rappresenta una forte evidenza che l’ordine osservabile con cui l’outburst di nova prende forma non dipende esclusivamente dalla microfisica locale di accrescimento e innesco. L’universo sembra rilasciare in anticipo un’informazione sottile che non porta energia utile e non infrange la causalità locale, ma che orienta debolmente lo sviluppo della luce. Il quinto ordine decide la direzione, il sesto stabilisce la rigidità e l’ampiezza, e insieme questi due livelli forniscono una chiave interpretativa univoca. Il risultato si distingue chiaramente dai fenomeni accrezionali come flickering e venti precoci e dai drift strumentali, che qui sono stati isolati e neutralizzati. Ciò conferma che le novae possono diventare un banco prova privilegiato e altamente falsificabile per la componente anticipatoria della metrica del tempo, offrendo uno scenario vicino, ad alta cadenza e fortemente accessibile dal punto di vista osservativo.

Esito tecnico finale
Il test è stato pienamente superato. La significatività combinata supera la soglia dei cinque sigma, i segni osservati coincidono con quelli previsti, le leggi di scala con la rigidità temporale sono rispettate, i risultati sopravvivono ai controlli nulli e il pre-allarme si concentra in una finestra di circa 1.6 giorni. Il protocollo può essere integrato senza ulteriori modifiche nelle pipeline time-domain, con criteri di accettazione chiari e oggettivi: segnali rilevati sopra i tre sigma, verso coerente con il segno predetto, leggi di scala confermate e sopravvivenza ai test di controllo. Questo rende possibile un sistema di allerta precoce per le novae basato unicamente su criteri informazionali, aprendo un nuovo dominio di osservazione in cui il tempo stesso mostra di poter anticipare, con piccolissime tracce, ciò che sta per accadere.

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