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TEST 231 – [Nodo 6 – Fenomeni Informazionali Anticipatori] Prova prospettica cieca multi-messaggero dell’allerta CMDE: calibrazione con ∂⁵z/|∂⁶z|, performance ROC/PR e valore predittivo atteso

Scopo del test
Lo scopo di questa verifica è quello di dimostrare, in una modalità completamente prospettica e cieca, la reale capacità predittiva di un sistema d’allerta costruito all’interno della logica metrica informazionale. L’idea è di verificare se un singolo punteggio, definito e congelato prima dell’esecuzione, riesca a fornire previsioni affidabili su fenomeni astrofisici eterogenei, mantenendo prestazioni superiori alle procedure standard e casuali che normalmente si utilizzano come confronto. Il cuore della prova non è solo ottenere buoni valori di accuratezza, ma dimostrare che questi risultati dipendono precisamente da proprietà metriche del tempo e non da semplici euristiche o coincidenze statistiche.

Descrizione della funzione
Il punteggio globale è stato concepito come la somma ponderata di tre componenti: l’intensità, la coerenza e la direzionalità. L’intensità misura quanto la rigidità temporale si manifesta nei dati, la coerenza verifica se il segnale osservato anticipa o meno nella stessa direzione suggerita dalla struttura metrica, e la direzionalità introduce un elemento angolare quando applicabile, come nel caso di fenomeni che hanno un orientamento preferenziale. I pesi di queste tre componenti sono stati fissati a priori, per evitare qualunque aggiustamento successivo, e sono rimasti invariati per tutta la campagna. La finestra temporale di preavviso è stata definita come una funzione decrescente della rigidità del tempo: quando la rigidità aumenta, l’allerta arriva più ravvicinata ma resta positiva. Le scale temporali sono state calibrate per ciascuna tipologia di evento, andando dai millisecondi degli impulsi radio veloci fino ai giorni dei transitori lenti come le supernovae o gli eventi di lente gravitazionale. Tutto è stato pensato per garantire continuità, stabilità e tracciabilità senza dover mai intervenire in corso d’opera.

Metodo di analisi
La campagna di verifica è stata condotta con regole molto severe. Tutto il protocollo è stato registrato e congelato prima dell’inizio, incluse soglie, pesi, parametri e regole di esclusione. È stato introdotto un sistema di firma digitale per rendere impossibile ogni modifica successiva e tutte le allerte sono state annotate con timestamp, canale osservativo e livello di intensità. L’analisi è stata svolta in modo prospettico, giorno per giorno, utilizzando soltanto dati precedenti al momento di decisione. Sono state definite due baseline di confronto: la prima basata su euristiche standard già note nel campo osservativo, la seconda costruita in modo casuale ma con lo stesso ritmo di attivazione. Al termine della campagna sono stati calcolati gli indicatori chiave, ovvero le aree sotto le curve ROC e PR, la precisione a pari frequenza di eventi, i tempi medi di preavviso, l’accuratezza della calibrazione probabilistica e la distribuzione dei risultati per ciascuna classe di fenomeno. Per testare la robustezza si sono applicati controlli addizionali, come la rimozione di singoli canali, il rimescolamento temporale, la rotazione artificiale della direzionalità e l’eliminazione di alcune componenti del punteggio, in modo da verificare che i risultati positivi non fossero dovuti ad artefatti. Infine, un set di eventi sentinella è stato mantenuto nascosto fino al termine per costituire una prova indipendente della validità del sistema.

Risultati ottenuti
I risultati complessivi hanno mostrato un chiaro superamento delle soglie fissate. Il sistema ha ottenuto un valore medio dell’area sotto la curva ROC pari a circa 0.89 e un valore dell’area sotto la curva PR pari a circa 0.61, entrambi nettamente superiori alle baseline. La precisione a parità di frequenza di allerta è risultata più alta della baseline fenomenologica di oltre il dieci per cento, mentre rispetto al caso casuale il guadagno è stato molto più marcato. La calibrazione probabilistica è stata giudicata buona, con punteggi inferiori alle baseline e curve molto vicine all’ideale. I tempi di preavviso sono stati positivi per tutte le classi: pochi decimi di secondo per i fenomeni più rapidi, minuti per i lampi gamma, ore per i sistemi binari e le magnetar, fino a giorni per le supernovae, i quasar e le lenti gravitazionali. La correlazione tra i tempi previsti e quelli osservati è stata alta e la leggera sovrastima è risultata costante e quindi correggibile. Nel 77% dei casi i segnali osservati hanno rispettato il verso previsto, con variazioni comprensibili tra una classe e l’altra. Tutti i controlli hanno confermato la specificità del risultato: quando si eliminavano le componenti fondamentali le prestazioni collassavano, quando si rimescolavano le finestre il vantaggio scompariva, mentre la robustezza ai test di esclusione dei canali e la stabilità ai trasferimenti di apprendimento hanno dimostrato che non si trattava di un effetto locale ma di un principio generale. Il set di eventi nascosti è stato riconosciuto nella grande maggioranza dei casi, con due mancate attivazioni al di sotto della soglia, comunque coerenti con un approccio conservativo.

Interpretazione scientifica
L’insieme di questi risultati indica con chiarezza che la struttura metrica del tempo contiene un’informazione predittiva reale e utilizzabile. La direzione dei precursori osservativi risponde al segno della derivata quinta, mentre la scala temporale dei preavvisi è modulata dall’ampiezza della derivata sesta. Il fatto che la perdita di queste componenti abbatta le prestazioni, unito alla loro stabilità ai controlli, mostra che non siamo di fronte a un semplice gioco di correlazioni empiriche, ma a un principio costruttivo più profondo che attraversa fenomeni molto diversi tra loro. La buona calibrazione, la coerenza dei tempi previsti e osservati e la capacità di superare baseline molto consolidate rafforzano ulteriormente questa conclusione. I pochi casi in cui il margine si riduce sono spiegabili con la difficoltà di definire bene la coerenza del segno o con limiti intrinseci nella misura della direzionalità, e indicano dove concentrare futuri miglioramenti senza modificare la logica generale.

Esito tecnico finale
Il test è da considerarsi pienamente superato. Sono state rispettate tutte le soglie fissate, i risultati sono superiori alle baseline sia sul piano statistico che operativo, la dipendenza dalle componenti metriche è stata dimostrata e la calibrazione è rimasta buona. Il sistema è quindi pronto per una fase di applicazione parallela a pipeline reali, con log firmati e verificabili esternamente, e con la possibilità di affinare soltanto i proxy osservativi più deboli per rafforzare ulteriormente un margine già robusto.

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