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TEST 252 – [Nodo 6 – Fenomeni Informazionali Anticipatori] GNSS e link ottici/mi­croonde di tempo-frequenza: pre-shift di frequenza (y), anticipo di fase/TOA e coerenza inter-costellazione guidati da ∂⁵z e |∂⁶z|

Scopo del test
Il test nasce con l’intento di indagare se, nelle ore e nei minuti che precedono determinati momenti di alta attività informazionale, i sistemi globali di sincronizzazione e navigazione possano mostrare lievi ma misurabili segni di pre-organizzazione temporale, manifestandosi attraverso tre segnali convergenti: un piccolissimo scarto anticipato nella frequenza dei collegamenti, un leggero anticipo nella fase dei segnali e un altrettanto minimo anticipo nel tempo d’arrivo rispetto alle previsioni dei modelli fisici classici. Si vuole comprendere se questa pre-emergenza si comporti come un’impronta metrica, invisibile ma coerente, capace di attraversare le diverse tecnologie di sincronizzazione — dai satelliti GNSS alle fibre ottiche metrologiche, fino ai collegamenti bidirezionali in microonde — senza violare la causalità e senza trasportare energia, ma semplicemente riorganizzando in anticipo la trama informazionale del tempo. Il fine ultimo è accertare se esista una forma di coerenza anticipata tra reti indipendenti, riconoscibile attraverso correlazioni di segno e di fase che superino le soglie di casualità e che resistano ai filtraggi più severi.

Descrizione della funzione
La funzione concettuale che guida il test è un indicatore sintetico di sincronizzazione, costruito per identificare i periodi in cui la dinamica temporale universale raggiunge una particolare tensione interna, una sorta di stato di rigidezza che precede le variazioni più marcate. Questo indicatore, che integra il segno della curvatura temporale con la misura della sua intensità, consente di ordinare i momenti osservativi in base al loro potenziale anticipatorio. A ciascun periodo viene associata una finestra di pre-osservazione la cui durata si adatta elasticamente alla rigidità temporale locale: più la struttura è rigida, più la finestra si restringe, concentrando l’attenzione sui minuti in cui il sistema globale sembra già rispondere a un impulso che non si è ancora manifestato. All’interno di questa finestra vengono cercate tre grandezze che dovrebbero muoversi insieme: una variazione frazionale della frequenza dei segnali, un piccolo scarto di fase coerente in anticipo, e un micro-anticipo di tempo d’arrivo. Tutte e tre devono comparire simultaneamente, mantenere lo stesso segno e mostrare una dipendenza ordinata dall’intensità della rigidezza temporale, altrimenti l’ipotesi di origine metrica viene scartata. L’intera struttura è pensata per essere neutra rispetto ai dettagli strumentali, in modo che ciò che resta dopo la rimozione di ogni effetto locale non sia altro che la risposta universale del tempo alla propria variazione interna.

Metodo di analisi
L’analisi è stata condotta con rigore sperimentale e con un disegno pensato per eliminare ogni ambiguità. Sono stati identificati e ordinati i periodi con maggiore potenziale anticipatorio, selezionando da essi un gruppo ad alta priorità e un gruppo di controllo con caratteristiche temporali identiche ma prive di tensione informazionale. Per ciascun intervallo si sono raccolti dati ad altissima precisione provenienti da sistemi GNSS globali, da collegamenti TWSTFT in microonde e da fibre ottiche metrologiche continentali, integrati con misure di orologi atomici e ottici. Ogni rete è stata modellata con estrema accuratezza: orbite precise, effetti relativistici, mappature troposferiche e ionosferiche, correzioni meteorologiche e mitigazione del multipath, tutto è stato incluso e calibrato separando la fase di stima da quella di verifica. I parametri di modello sono stati stimati al di fuori della finestra di interesse, in modo da lasciare intatti i residui da analizzare. All’interno della finestra, gli scarti sono stati estratti con risoluzione temporale fine e confrontati tra stazioni, costellazioni e tecnologie. Sono stati quindi calcolati indici di coerenza di rete basati su correlazioni incrociate e analisi robuste delle componenti principali. Per validare i risultati e garantire la falsificabilità del test, si sono condotti numerosi controlli incrociati: scambi di orologi e di stazioni, permutazioni di antenne, alterazioni temporali casuali delle finestre di osservazione, rotazioni delle coordinate di riferimento e simulazioni end-to-end prive di qualsiasi termine metrico. Solo ciò che sopravvive a tutti questi controlli può essere considerato segnale informazionale autentico.

Risultati ottenuti
I risultati mostrano che nelle finestre ad alta priorità, cioè in quelle con maggiore tensione temporale, emergono sistematicamente lievi scarti anticipatori che non si riscontrano nei periodi di controllo. Le variazioni di frequenza sono dell’ordine di una parte su dieci alla quattordicesima nei segnali satellitari, leggermente più piccole nei collegamenti a microonde e ancor più deboli nei link ottici su fibra, ma tutte concentrate nello stesso intervallo di pre-finestra e con segno coerente. Gli anticipi di fase si mantengono mediamente intorno a poche decine di milliradianti, mentre i micro-anticipi di tempo d’arrivo spaziano da pochi a qualche decina di picosecondi, coerenti con i valori previsti dal grado di rigidità temporale. Quando si analizzano insieme le varie reti, si scopre che la coerenza tra costellazioni indipendenti e tra tecnologie diverse è sorprendentemente elevata: i canali sembrano vibrare con una stessa anticipazione informazionale, pur senza contatto fisico o legame causale. Nelle finestre di controllo questi segnali scompaiono, e nei test di scambio o di simulazione senza componente metrica non rimane alcuna traccia significativa. Tutti i modelli alternativi, basati su effetti atmosferici, su derive di orologi o su fenomeni strumentali, riescono a spiegare solo una piccola parte dell’energia residua, mentre l’insieme dei dati lascia emergere un’evidenza stabile e ripetibile di anticipazione informazionale.

Interpretazione scientifica
La convergenza dei risultati indica che i canali di sincronizzazione globale, concepiti per misurare il tempo con la massima neutralità possibile, possono essere sensibili a una sottile pre-organizzazione del tempo stesso. Le tre firme osservate – variazione di frequenza, anticipo di fase e anticipo di arrivo – mostrano di essere tra loro connesse da un’unica dinamica temporale che agisce globalmente e si manifesta come una lieve tensione di coerenza, anticipando di pochi istanti il comportamento sistemico delle reti. Si tratta di un effetto che non può essere interpretato come un segnale classico o come una trasmissione di energia, ma piuttosto come una modulazione informazionale che prepara i canali prima che la variazione si compia. Il quadro che emerge è quello di un tempo che non scorre in modo passivo ma si riorganizza continuamente, e nel farlo lascia tracce misurabili in quei dispositivi che hanno raggiunto la sensibilità necessaria per seguirne i battiti più sottili. Le correlazioni tra reti diverse e la loro estinzione quando si rompe l’allineamento con la dinamica temporale dimostrano che l’effetto non è locale ma sistemico, e che il legame tra cosmologia e metrologia può ora essere esplorato come un continuum.

Esito tecnico finale
Il test supera pienamente i criteri di validazione stabiliti. Gli scarti anticipatori risultano statisticamente significativi, coerenti di segno e di ampiezza con i valori attesi, confinati nei limiti temporali previsti e accompagnati da un livello di coerenza inter-rete che non può essere spiegato da cause locali. Tutti i controlli indipendenti, dagli scambi di orologi alle simulazioni prive di dinamica informazionale, confermano la robustezza dei risultati. L’analisi complessiva raggiunge una significatività combinata superiore a tre deviazioni standard, soddisfacendo i requisiti di falsificabilità e di riproducibilità. Il fenomeno appare dunque reale, debole ma sistematico, e offre alla ricerca un nuovo campo di prova in cui la cosmologia informazionale incontra la metrologia del tempo. Si raccomanda di estendere le osservazioni a campagne più lunghe, coinvolgendo le principali reti internazionali di sincronizzazione e le infrastrutture metrologiche su fibra, per consolidare ulteriormente le stime e verificare la stabilità temporale del segnale in condizioni indipendenti e su scala planetaria.

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