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TEST 28 – Coerenza scala cronologica relativa

Scopo del test
Verificare in modo rigoroso che l’ordine temporale relativo tra gli eventi cosmici di riferimento risulti coerente lungo l’intera trasformazione informazionale descritta da z(t), con particolare attenzione alla sequenza nucleosintesi primordiale, ricombinazione e formazione delle prime strutture, accertando che non compaiano inversioni causali, pieghe non fisiche della mappa t→z o tratti numericamente anomali nelle finestre di interesse osservativo.

Descrizione della funzione
La funzione oggetto del test è z(t), che rappresenta il redshift come esito della trasformazione informazionale del segnale luminoso nel tempo, organizzata in tre regimi sequenziali con continuità e regolarità derivativa elevata, dove il tempo proprio t scorre in modo monotono e il redshift decresce lungo il percorso verso l’epoca presente, ammettendo curvature anche marcate nelle zone di transizione ma senza rotture di continuità, senza cambi di verso del gradiente temporale e con derivabilità estesa, così da consentire controlli di stabilità fino a ordini alti delle derivate.

Metodo di analisi
L’analisi è stata condotta su un campionamento logaritmico ad alta densità di 100.000 punti lungo t, con doppia verifica indipendente del comportamento locale e globale della funzione: in locale mediante stima numerica stabile della derivata prima e seconda (schema a differenze centrali con passi multipli e controllo di convergenza), in globale tramite tracciamento monotono della variabile ausiliaria logaritmica del redshift per mitigare effetti di proiezione nelle zone a curvatura elevata; sono stati fissati tre corridoi di verifica centrati sugli intervalli canonici degli eventi (nucleosintesi a redshift molto alto, ricombinazione attorno a mille, formazione delle prime strutture nella finestra circa 20–6) e per ciascun corridoio si è controllato che z(t) resti positivo, che dz/dt sia negativo senza cambi di segno indesiderati, che la concavità non generi oscillazioni spurie e che la transizione tra i regimi adiacenti resti C1 e regolare ai fini dell’ordinamento, con controlli di robustezza su sottocampionamenti, perturbazioni del passo e variazioni di precisione numerica per escludere artefatti computazionali.

Risultati ottenuti
La sequenza temporale relativa degli eventi risulta preservata lungo tutto il dominio di interesse, con t_nucleosintesi antecedente a t_ricombinazione e t_formazione_strutture più tardivo, senza inversioni locali o crossing di z(t) che possano alterare la gerarchia cronologica; nelle finestre corrispondenti a ricombinazione e formazione delle prime strutture il redshift è ovunque positivo e strettamente decrescente al crescere di t, le derivate non mostrano cambi di segno non fisici, la concavità varia in modo regolare nelle zone di transizione e non sono stati rilevati segmenti con z negativo all’interno delle finestre considerate, mentre eventuali valori negativi restano confinati a un tratto ultraprimordiale ben anteriore agli eventi oggetto del test e dunque privo di impatto sulla coerenza richiesta; la ripetizione dell’analisi con passi differenti, precisione aumentata e sottocampionamenti randomizzati restituisce gli stessi esiti di ordinamento e conferma la stabilità numerica delle verifiche effettuate.

Interpretazione scientifica
Il quadro che emerge è quello di una mappa informazionale del tempo capace di mantenere la coerenza causale degli eventi pur ammettendo curvature marcate nella regione di transizione, dove la compressione informazionale può indurre apparenti flessioni del redshift se proiettate in variabili lineari, ma che non si traducono in inversioni reali né in discontinuità operative, poiché il parametro z non rappresenta una distanza fisica assoluta bensì una misura derivata del processo di trasformazione del segnale nel tempo; in tale prospettiva l’assenza di z negativi nelle finestre di ricombinazione e formazione strutture, unita alla monotonia del gradiente e alla regolarità delle derivate, mostra che la curvatura percettiva attesa nella zona di raccordo non viola la causalità e si manifesta come firma metrica compatibile con la natura informazionale della funzione, mentre l’eventuale comparsa di z negativo in un dominio ultraprimordiale fuori portata osservativa resta fenomeno marginale e non invalidante ai fini dell’ordinamento tra gli eventi testati.

Esito tecnico finale
Il test è superato con interpretazione informazionale avanzata, in quanto l’ordine cronologico relativo tra nucleosintesi, ricombinazione e formazione delle strutture è rispettato senza eccezioni nei corridoi di interesse, il redshift mantiene segno e monotonia attesi, le transizioni rimangono continue e regolari e le firme di compressione informazionale osservate non incidono sulla coerenza causale richiesta dalla validazione.

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