TEST 31 – Stabilità gravitazionale delle strutture
Scopo del test
Verificare in modo rigoroso la stabilità gravitazionale delle strutture cosmiche all’interno della metrica informazionale, valutando se galassie, ammassi e filamenti possano mantenere coerenza e persistenza temporale in presenza di perturbazioni metriche realistiche, senza ricorrere a componenti addizionali non osservate, e accertando che l’evoluzione indotta dal campo temporale z(t) non inneschi divergenze dinamiche né instabilità secolari che compromettano la formazione e il mantenimento della grande struttura.
Descrizione della funzione
La grandezza operativa è la trasformazione informazionale del tempo z(t) nelle sue fasi pertinenti alla formazione e al sostegno delle strutture, con derivate continue fino a ordini alti che consentono di definire indicatori dinamici basati su gradiente g(t) = dz/dt e curvatura c(t) = d2z/dt2; in questo quadro le strutture sono trattate come volumi informazionali coerenti la cui dinamica non è guidata da densità di massa addizionali ma dalla variazione del tempo proprio codificata da z(t), per cui la stabilità si identifica con la capacità del sistema di smorzare perturbazioni del gradiente e di conservare l’integrità del volume informazionale nel corso dell’evoluzione, in particolare nella fase classica dove g(t) risulta negativo e il suo modulo decresce con il tempo, configurando un correttore interno che tende a ridurre gli scarti e a impedire fenomeni di runaway; per garantire che eventuali effetti di frontiera non alterino il giudizio è stato incluso anche il bordo superiore del raccordo tra le fasi, mantenendo continuità di valore e di pendenza e assicurando lisciatura sufficiente a evitare overshoot e ringing numerici.
Metodo di analisi
L’analisi combina campionamento e dinamica: è stato eseguito un campionamento ultra-approfondito su 10^4 punti temporali distribuiti nella finestra rilevante per la stabilità strutturale, con verifica della regolarità di g(t) e c(t) e controllo della Lipschitzianità locale della risposta metrica, quindi si sono svolte simulazioni dinamiche della crescita di perturbazioni metriche inizialmente gaussiane sul gradiente con ampiezza controllata, includendo condizioni fino al 15 percento rispetto al valore medio di g(t) e introducendo anche pattern non gaussiani per stressare il sistema; per ogni condizione è stato seguito l’andamento del volume informazionale V(t) di ciascuna struttura e di un indice di coerenza ad alto ordine C8 costruito come funzionale delle derivate fino all’ottavo ordine, usato come spia di pre-instabilità, insieme a criteri operativi di stabilità che richiedono assenza di divergenze, smorzamento monotono o debolmente oscillatorio degli scarti, conservazione della coerenza geometrica e mancata insorgenza di inversioni non previste del segno di c(t) su orizzonti temporali lunghi; la validazione comprende controlli incrociati della robustezza numerica rispetto a passi temporali, ampiezze di perturbazione e posizionamento relativo ai bordi di fase, con verifica che l’output non dipenda da scelte arbitrarie di discretizzazione.
Risultati ottenuti
In tutte le traiettorie simulate il sistema mostra comportamento auto-compensante: perturbazioni iniziali fino al 15 percento del gradiente vengono assorbite senza innescare crescita esponenziale, con risposta tipicamente smorzata e oscillazioni residue che si stabilizzano entro circa il 2 percento del livello di riferimento in tempi metrici brevi, mentre per perturbazioni inferiori l’assestamento è monotono e più rapido; l’indice C8 rimane sistematicamente in regime di alta coerenza su tutta la finestra analizzata, senza precursori di instabilità, e non si osservano drift secolari né fenomeni di disaccoppiamento tra sottostrutture che portino a dispersione irreversibile del volume informazionale, inoltre l’inclusione del bordo superiore del raccordo non introduce né discontinuità operative né ringing numerici, confermando che la lisciatura delle derivate è sufficiente a prevenire effetti di frontiera; nessuna traiettoria ha manifestato condizioni di collasso o di dispersione incompatibili con la formazione e il mantenimento della grande struttura, e i pattern morfologici risultanti sono coerenti con l’emergere e la persistenza di galassie, ammassi e filamenti in un universo governato dalla dinamica temporale informazionale.
Interpretazione scientifica
Il quadro che emerge è quello di una stabilità metrica intrinseca generata dalla curvatura del tempo: il segno di g(t) e la sua decrescenza in modulo agiscono come regolatore interno che riduce sistematicamente gli scarti, mentre la regolarità di c(t) e delle derivate superiori impedisce l’accumulo di fasi che alimenterebbero risonanze o overshoot, così la metrica non necessita di sorgenti aggiuntive per conservare coerenza ma trae dal ritmo informazionale stesso la capacità di smorzare disturbi, e il mantenimento elevato di C8 indica che la struttura rimane ancorata a un attrattore metrico robusto dove le fluttuazioni non si traducono in instabilità macroscopiche; il fatto che il bordo di fase non generi anomalie testimonia la qualità della lisciatura, che elimina il principale canale di pre-instabilità legato a cambi bruschi di pendenza, mentre l’assenza di deriva a lungo termine consolida l’idea che la dinamica classica del tempo informazionale sia dissipa-simile nel senso geometrico, cioè tenda a distribuire e riassorbire gli scarti senza amplificarli, garantendo una persistenza strutturale compatibile con l’universo osservato.
Esito tecnico finale
Test pienamente superato con validazione della stabilità gravitazionale delle strutture nella metrica informazionale, nessuna richiesta di correzioni al quadro teorico operativo del test, coerenza confermata dei criteri di stabilità e degli indicatori ad alto ordine, con conclusione che la dinamica temporale analizzata è sufficiente a sostenere la formazione e il mantenimento della grande struttura senza evidenza di instabilità divergenti.