TEST 33 – Consistenza scala di decelerazione
Scopo del test
L’obiettivo di questo test è stato quello di verificare in modo completo la consistenza della scala di decelerazione cosmica. Si è voluto controllare che il parametro di decelerazione risultasse definito lungo tutto il percorso evolutivo, privo di anomalie, e coerente con il senso generale del modello. In altre parole, si è cercato di capire se la decelerazione cosmica, interpretata come ritmo informazionale del tempo, si comportasse con regolarità, attraversando le tre fasi previste senza fratture o incoerenze.
Descrizione della funzione
La funzione di decelerazione q(z) rappresenta una misura della curvatura informazionale del tempo. Essa non viene vista come un parametro derivante da forze fisiche esterne, ma come un riflesso interno al modo in cui l’universo trasforma il proprio ritmo percettivo. La struttura della funzione z(t), suddivisa in fase primordiale, fase di raccordo e fase classica, crea per sua natura tre diversi regimi di comportamento. Questi regimi devono risultare ben distinti e allo stesso tempo collegati da un filo continuo, senza bruschi salti. Il ruolo di q(z) è proprio quello di mostrare se questa continuità sia rispettata e se il passaggio tra le fasi avvenga in modo fluido e regolare.
Metodo di analisi
Per raggiungere questo scopo, l’analisi ha unito approccio analitico e numerico. Nei regimi estremi, dove la funzione si presta a calcoli diretti, si è ricavato il valore previsto di q come limite stabile. Nella zona centrale, più delicata e complessa, si è fatto ricorso a una ricostruzione numerica ad alta risoluzione, basata su un campionamento di diecimila punti. Il metodo ha dato particolare attenzione ai punti di transizione, con controlli di continuità e stabilità, e ha messo in atto verifiche di robustezza riducendo progressivamente i passi di calcolo, così da accertare che i risultati non fossero dipendenti dalla discretizzazione scelta.
Risultati ottenuti
Dai calcoli condotti è emerso che la funzione q(z) è pienamente regolare. Nei regimi estremi essa assume valori costanti e ben definiti, senza divergenze né oscillazioni anomale. Nella fase di raccordo la funzione evolve in modo morbido e monotono, passando con continuità dal comportamento primordiale a quello classico. Non si sono osservati fenomeni di instabilità, né discrepanze significative rispetto ai valori teorici attesi. Gli scarti numerici rilevati sono rimasti ben al di sotto delle soglie critiche, confermando la robustezza del risultato. L’intero profilo di q(z) mostra un comportamento uniforme e privo di irregolarità.
Interpretazione scientifica
La coerenza della scala di decelerazione dimostra che il modello riesce a riprodurre un quadro interno solido e privo di contraddizioni. I valori costanti nelle fasi estreme rappresentano l’impronta diretta dei regimi a legge di potenza che governano i due estremi temporali. La transizione centrale, resa liscia dal raccordo, conferisce al parametro di decelerazione la stabilità necessaria, senza introdurre correzioni arbitrarie o oscillazioni spurie. Tutto questo conferma che la decelerazione cosmica, così intesa, non è il prodotto di entità aggiuntive o di artifici dinamici, ma è il risultato naturale della struttura informazionale del tempo.
Esito tecnico finale
Il test è stato pienamente superato. La funzione q(z) si è mostrata definita, continua e regolare in tutto il dominio, con valori coerenti nelle fasi estreme e una transizione liscia tra di esse. Non sono emerse anomalie o instabilità, e la consistenza della scala di decelerazione può considerarsi definitivamente confermata.