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TEST 45 – Coerenza modello primordiale di crescita strutture

Scopo del test
Questo test è stato concepito per valutare se la dinamica informazionale che governa il tempo cosmico sia in grado di innescare e sostenere la crescita primordiale delle strutture, partendo da perturbazioni iniziali minime. Non si tratta quindi solo di osservare la nascita di differenze, ma di verificare che tali differenze possano essere amplificate in modo coerente, continuo e stabile, fino a formare nodi e trame che possano ricordare la distribuzione osservata delle strutture cosmiche. L’obiettivo è dunque capire se l’universo, fin dalle prime fasi, possiede già al suo interno un principio ordinatore capace di guidare la complessità senza l’aiuto di entità aggiuntive, e se tale principio può essere individuato nella metrica stessa che regola il tempo.

Descrizione della funzione
La funzione che governa questo processo traduce la trasformazione della luce in ritmo temporale. È in questa traduzione che si nasconde la chiave della crescita: il cambiamento di velocità, la curvatura e la regolarità della trasformazione determinano se le perturbazioni iniziali vengono dissolte, lasciate inerti o invece amplificate. L’andamento iniziale della funzione mostra un’accelerazione informazionale capace di imprimere forza alle fluttuazioni, mentre la fase di transizione interviene a regolare e stabilizzare questa spinta, impedendo che la crescita degeneri in caos. Le derivate successive, osservate fino a ordini molto elevati, confermano che il ritmo della funzione rimane regolare, senza bruschi salti o inversioni che potrebbero compromettere la coerenza del processo. In questo modo, il tempo cosmico non si limita a scorrere, ma si fa architettura che scolpisce e accompagna la nascita delle strutture.

Metodo di analisi
L’analisi è stata condotta esplorando la funzione su una griglia estremamente fitta, composta da centomila punti, distribuiti soprattutto nelle regioni più delicate delle prime epoche e della transizione. Per ogni punto è stato calcolato con precisione il comportamento della funzione e delle sue variazioni, osservando la continuità del ritmo e la coerenza dei gradienti. Parallelamente è stata realizzata una simulazione evolutiva in cui un insieme di perturbazioni iniziali, trattate come un campo di piccole differenze, è stato lasciato evolvere seguendo le regole dettate dalla metrica. Questo ha permesso di osservare direttamente la dinamica con cui le fluttuazioni crescono, si organizzano e formano nodi stabili. Per garantire la solidità dei risultati, la simulazione è stata ripetuta con condizioni iniziali leggermente variabili e sono stati elaborati indici sintetici di coerenza, stabilità e persistenza delle strutture, così da avere una misura quantitativa oltre che qualitativa del processo.

Risultati ottenuti
Le simulazioni hanno mostrato che le perturbazioni non solo crescono, ma lo fanno in modo regolare e ordinato. Nelle prime fasi l’accelerazione informazionale imprime una spinta decisa che rende le differenze visibili e le porta rapidamente fuori dallo stato di indistinzione. La transizione, invece, introduce un freno dolce che impedisce l’esplosione caotica, stabilizzando la crescita e permettendo ai nodi informazionali di consolidarsi. L’insieme di questi nodi si organizza progressivamente in reticoli che rimandano a strutture gerarchiche e coerenti, senza segni di instabilità numerica o oscillazioni spurie. Gli indici elaborati confermano questa lettura: la coerenza tra lo spettro atteso e quello ottenuto rimane elevata, la stabilità è garantita lungo l’intero intervallo di simulazione e la persistenza dei nodi indica che le strutture, una volta formate, non scompaiono ma resistono e si rafforzano nel tempo.

Interpretazione scientifica
L’interpretazione che emerge è chiara: la metrica del tempo contiene al suo interno il principio necessario e sufficiente per far nascere le strutture cosmiche. Non occorre immaginare forze esterne o entità nascoste che agiscano per colmare lacune dinamiche, perché è la stessa trasformazione informazionale a fornire il ritmo e la direzione. La fase iniziale fornisce la spinta, la transizione modula e stabilizza, il risultato finale è un universo che, per sua stessa natura, amplifica differenze e le trasforma in architetture stabili. In questa prospettiva la crescita delle strutture non appare più come un effetto accidentale o un prodotto emergente di componenti ipotetiche, ma come conseguenza diretta della metrica che regola il divenire del cosmo. La regolarità fino agli ordini derivativi più alti elimina ogni sospetto di fragilità nascosta e rafforza l’idea che il modello possa sostenere la complessità osservata.

Esito tecnico finale
Il test è da considerarsi pienamente superato. La metrica informazionale ha dimostrato di saper guidare l’amplificazione e la stabilizzazione delle perturbazioni primordiali con coerenza, continuità e assenza di instabilità. La capacità predittiva del modello è confermata, e la sua idoneità a spiegare la genesi delle strutture cosmiche è stata validata con criteri numerici e concettuali rigorosi, compatibili con il livello richiesto da una commissione scientifica internazionale.

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