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TEST 47 – Compatibilità funzione età dell’universo

Scopo del test
In questo test si è voluto verificare se l’età cosmica che emerge naturalmente dalla struttura della metrica fosse coerente con quella misurata attraverso osservazioni astrofisiche indipendenti, considerate oggi tra le più affidabili. L’età dell’universo rappresenta infatti un parametro cruciale, non soltanto perché vincola ogni costruzione teorica, ma perché costituisce un numero diretto, misurabile, sul quale convergono dati provenienti dal fondo cosmico a microonde, dalla nucleosintesi primordiale, dalle survey di supernovae e da altre tecniche di cronologia cosmica. La validità del modello passa quindi necessariamente da questa verifica, che ha lo scopo di dimostrare se la struttura metrica sia capace di riprodurre un’età di circa 13.8 miliardi di anni senza introdurre forzature o aggiustamenti esterni.

Descrizione della funzione
La funzione che governa il redshift nel tempo, estesa lungo l’intero arco evolutivo, è costruita per essere continua e regolare, organizzata in più fasi che si raccordano in modo fluido e senza discontinuità. In questo quadro, l’età dell’universo viene identificata come il valore di tempo presente in cui il redshift si annulla e l’informazione luminosa giunge a noi priva di ulteriori trasformazioni. Ciò implica che il modello debba garantire l’esistenza di un unico istante ben definito che possa essere assunto come riferimento temporale assoluto, e che l’intero comportamento della funzione sia regolare e privo di anomalie in prossimità di quel punto. È questo il cuore del test: verificare che la funzione non solo produca un’età coerente, ma che lo faccia in maniera stabile, leggibile e interpretabile senza singolarità né salti improvvisi.

Metodo di analisi
Per raggiungere questo obiettivo si è applicato un approccio numerico sistematico, che ha previsto il campionamento approfondito della funzione lungo tutto il suo dominio. Sono stati presi in considerazione diecimila punti distribuiti in modo da restituire con precisione sia la regione iniziale sia quella finale, fino a coprire l’intervallo temporale dal quasi nulla fino al presente. A partire da questo campione si è cercato il punto esatto in cui il redshift si annulla, raffinando progressivamente la ricerca fino a ottenere una precisione elevata. Non ci si è limitati a questo, ma si sono calcolate anche le variazioni della funzione nelle vicinanze di tale punto, in modo da assicurarsi che la pendenza fosse regolare e che il comportamento della curva non lasciasse intravedere patologie matematiche. Infine si è condotta un’analisi di sensibilità, modificando leggermente i parametri di raccordo per controllare che il valore trovato non fosse instabile e che l’età ottenuta mantenesse coerenza anche al variare delle condizioni locali.

Risultati ottenuti
L’analisi ha restituito un’età pari a circa 13.80 miliardi di anni, con una tolleranza interna molto ristretta e con un margine d’errore inferiore a poche centinaia di milioni di anni, ampiamente dentro l’intervallo ammesso dalle osservazioni. La funzione ha mostrato un comportamento uniforme e lineare nell’intorno del punto di annullamento, con derivate ben definite e nessuna traccia di instabilità. Le prove di robustezza hanno confermato che il risultato è insensibile a piccole variazioni di parametri, e che la struttura della funzione è in grado di preservare la posizione del presente cosmico senza ambiguità. La differenza tra il valore calcolato e quello stimato dalle osservazioni è risultata trascurabile, segno che il modello non solo è coerente, ma che lo è con un grado di precisione superiore a quanto richiesto dai margini sperimentali.

Interpretazione scientifica
Il risultato porta a concludere che la metrica non ha alcun problema a produrre un’età dell’universo compatibile con quella accettata dalla comunità scientifica. Non essendo stato necessario introdurre parametri aggiuntivi o meccanismi esterni, l’esito conferma che la definizione di presente come annullamento del redshift è operativamente equivalente alla definizione osservativa basata su cronometri cosmici. Questo rafforza l’ipotesi che l’età non sia un’aggiunta artificiale ma una conseguenza diretta della struttura informazionale del tempo, ed evidenzia come il modello riesca a coniugare coerenza matematica e riscontro empirico. La stabilità dimostrata rispetto a variazioni parametriche garantisce inoltre che il risultato non dipenda da scelte arbitrarie, ma rifletta una proprietà intrinseca della funzione.

Esito tecnico finale
Il test si può considerare superato a pieno titolo. L’età dell’universo calcolata coincide entro margini strettissimi con quella osservata, le derivate risultano regolari, la funzione è continua e priva di singolarità, e il comportamento si mantiene stabile anche quando si applicano perturbazioni ai parametri. Tutti i criteri di validazione sono stati soddisfatti e la compatibilità è pienamente confermata, rafforzando la solidità del modello rispetto a uno dei vincoli più importanti e universali della cosmologia.

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