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TEST 58 – Compatibilità scala tempistica formazione quasar

Scopo del test
L’obiettivo di questa verifica è comprendere se il ritmo di trasformazione del tempo previsto dalla teoria consenta davvero la nascita di quasar già nelle epoche molto remote dell’universo, a redshift superiori a sei, quando la materia appariva ancora giovane e rarefatta. La sfida nasce dal fatto che i modelli più diffusi faticano a spiegare come buchi neri di miliardi di masse solari possano accrescersi così rapidamente nei primi centinaia di milioni di anni, e questo test è quindi pensato per capire se il quadro temporale qui adottato sia in grado di risolvere tale apparente paradosso in modo naturale.

Descrizione della funzione
La funzione che regola l’evoluzione cosmica viene interpretata come trasformazione informazionale della luce lungo il tempo. In questo scenario, l’universo non viene letto come un’espansione di spazio, ma come un fluire di stati temporali che cambiano in modo continuo e coerente, ridisegnando il rapporto tra ciò che osserviamo e le epoche in cui tali osservazioni hanno origine. La funzione è regolare, continua e derivabile, e consente di passare senza fratture da un redshift a un intervallo temporale ben definito. In particolare, per i valori che interessano la formazione dei quasar più antichi, la funzione mantiene un andamento stabile, traducendo la banda 12 ≥ z ≥ 6 in una finestra temporale unica e continua, priva di discontinuità e quindi adatta ad accogliere processi cumulativi come quelli richiesti per l’accrescimento di nuclei massivi.

Metodo di analisi
Per validare la coerenza della funzione è stata condotta una simulazione numerica molto densa, con centomila punti campionati lungo l’intervallo di interesse, dal redshift dodici fino al sei. Su ciascun punto è stato calcolato il ritmo di variazione della trasformazione, la stabilità della curvatura e la coerenza complessiva del tratto temporale. È stato quindi integrato l’andamento di questa coerenza lungo tutto l’intervallo, così da capire se il tempo offrisse una riserva sufficiente a sostenere processi cumulativi continui. La prova è stata ripetuta con un campionamento ancora più fitto, raddoppiando il numero dei punti, e i risultati hanno mostrato stabilità e convergenza, a garanzia della robustezza. Parallelamente, sono state simulate traiettorie di crescita informazionale soggette a vincoli di continuità e regolarità, per verificare se il ritmo temporale fosse effettivamente in grado di condurre in modo spontaneo verso stati stazionari ad alta energia, analoghi a quelli che nella nostra osservazione riconosciamo come quasar.

Risultati ottenuti
La traduzione dell’intervallo di redshift considerato in termini di tempo produce una finestra unica e ben definita, pari a circa un decimo dell’epoca di riferimento, ampia a sufficienza per ospitare processi di crescita non impulsivi. Il ritmo locale di variazione rimane regolare e non presenta inversioni né punti morti, il che significa che l’energia informazionale rimane sempre disponibile senza interruzioni. La misura della coerenza integrata lungo l’intero tratto risulta ampiamente positiva, un indicatore chiaro del fatto che la finestra temporale è capace di sostenere accumuli progressivi. Le simulazioni di crescita informazionale, sottoposte alle stesse condizioni, convergono in maniera stabile verso soluzioni che raggiungono rapidamente stati energetici elevati, pienamente compatibili con la comparsa di nuclei supermassivi già entro il redshift sei. Anche le prove di sensibilità, con piccole variazioni controllate dei parametri numerici, non hanno modificato la natura dei risultati, confermandone l’affidabilità.

Interpretazione scientifica
L’emergere dei quasar primordiali, spesso considerato una sfida per i modelli tradizionali, trova in questo contesto una spiegazione naturale. La rapidità osservata non è il frutto di un’accelerazione improbabile, ma l’esito di un tempo che, in quella fase, fornisce coerenza continua e condizioni favorevoli alla formazione di strutture stabili ed energeticamente concentrate. Il fatto che l’intervallo temporale sia unico e coeso elimina la necessità di immaginare eventi straordinari o semine eccezionali, mentre la positività costante della coerenza mostra che i processi di accrescimento non solo sono possibili, ma risultano metricamente sostenuti e addirittura favoriti. L’esito rimane stabile anche a fronte di piccole variazioni, il che dimostra che non si tratta di un effetto numerico ma di una proprietà strutturale della dinamica del tempo.

Esito tecnico finale
Il test è pienamente superato. La compatibilità tra la scala temporale ricostruita e la formazione di quasar a redshift maggiore di sei è confermata senza bisogno di ipotesi esterne. Le finestre temporali individuate sono adeguate, i ritmi sono regolari, la coerenza integrata è positiva e le simulazioni convergono in maniera naturale verso stati ad alta energia. L’esito complessivo rafforza la capacità predittiva della teoria, consolidandone la validità nel descrivere fenomeni cosmici che in altri quadri restano problematici.

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