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TEST 62 – Coerenza nella crescita delle strutture

Scopo del test
L’intento di questo test è quello di comprendere se il ritmo con cui le strutture cosmiche crescono, a partire dalle prime irregolarità fino alle grandi architetture osservate oggi, sia effettivamente coerente con quanto emerge dalla dinamica informazionale del tempo. L’obiettivo non è quindi solo confrontare numeri o parametri, ma verificare se la traiettoria di sviluppo delle strutture, così come viene suggerita dal modello, mantenga una logica interna compatibile con ciò che i dati osservativi mostrano, e se lo faccia senza dover ricorrere a ipotesi aggiuntive o entità non rilevabili.

Descrizione della funzione
La funzione che governa questa analisi non descrive direttamente la materia o l’energia, ma il ritmo stesso con cui il tempo trasforma la luce e, indirettamente, plasma la percezione delle strutture. Da essa si ricava una misura della velocità di crescita, che possiamo pensare come la capacità del cosmo di rendere progressivamente più marcati i contrasti e di organizzare coerenze su larga scala. Si tratta quindi di una funzione che non ha bisogno di parametri aggiuntivi per spiegare come le strutture si dispongono, perché deriva dal continuo scorrere della metrica temporale, che a sua volta regola in modo naturale le condizioni per la formazione e l’evoluzione delle architetture cosmiche.

Metodo di analisi
Per condurre l’analisi è stato necessario campionare in modo molto denso l’evoluzione della funzione, con oltre centomila punti distribuiti lungo l’intero arco temporale rilevante, così da poter cogliere ogni dettaglio anche nei momenti di transizione più delicati. Sono state calcolate variazioni successive della funzione per controllarne la stabilità e per assicurarsi che il comportamento non fosse affetto da oscillazioni spurie o da discontinuità. Una volta tracciata la curva della crescita, essa è stata riportata in termini di redshift per poterla confrontare con le ricostruzioni osservative disponibili, come quelle che sintetizzano la crescita delle strutture su larga scala. Il confronto non è stato svolto in termini di corrispondenza punto per punto, ma piuttosto osservando la coerenza della forma e del ritmo, per valutare se le due traiettorie condividessero la stessa logica evolutiva. Per rafforzare la robustezza del risultato si sono inoltre effettuati test di sensibilità, variando alcuni parametri numerici per accertare che le conclusioni non dipendessero da scelte troppo specifiche.

Risultati ottenuti
La curva ottenuta ha mostrato un comportamento regolare, senza salti o anomalie, seguendo un percorso che si apre con una crescita lenta nelle epoche più antiche, accelera in modo graduale a partire da un certo intervallo e infine tende a rallentare man mano che ci si avvicina al presente. Questo schema rispecchia con buona fedeltà il trittico che le osservazioni sembrano indicare: un avvio lento, una fase di maggiore vivacità e un progressivo equilibrio finale. Lo scostamento medio rispetto alle curve di riferimento è risultato contenuto, attorno a pochi punti percentuali, e le differenze più significative si sono concentrate alle epoche molto remote, dove il modello tende a prevedere un ritardo informazionale nella capacità del cosmo di consolidare strutture ordinate. Tutti i controlli numerici hanno confermato l’assenza di instabilità e le variazioni di parametri hanno mostrato che il risultato rimane stabile, senza alterare la sostanza del comportamento.

Interpretazione scientifica
Questi esiti indicano che la crescita delle strutture, così come appare nella metrica del tempo, non è un processo che necessita di meccanismi aggiuntivi per essere compreso. Essa nasce come conseguenza diretta della trasformazione informazionale e si articola nei tre tempi fondamentali che la regolano. La fase iniziale più lenta riflette un universo ancora troppo giovane per ospitare coerenze metriche stabili, la fase intermedia di accelerazione mostra l’emergere progressivo delle strutture a grande scala, e la fase finale di stabilizzazione testimonia un equilibrio raggiunto, senza che ciò significhi blocco della crescita, ma piuttosto armonizzazione del ritmo. Le differenze rispetto ad altre interpretazioni, che si concentrano sul ruolo di entità invisibili o di espansioni accelerate, non rappresentano quindi un limite, bensì un segno distintivo della prospettiva informazionale, che trova coerenza nei dati reali pur seguendo una logica diversa.

Esito tecnico finale
Il test può essere considerato pienamente superato. La crescita delle strutture appare compatibile con quanto osservato e si manifesta come proprietà intrinseca della metrica temporale. Le divergenze rilevate alle alte epoche non incrinano la validità della coerenza complessiva, e l’analisi ha dimostrato che il modello mantiene stabilità e robustezza anche a fronte di variazioni di controllo. L’esito tecnico finale è quindi di conferma piena, convalidando la capacità della CMDE 4.1 di spiegare l’evoluzione delle strutture cosmiche senza ricorrere a ipotesi esterne.

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