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TEST 77 – Compatibilità curva decelerazione cosmica

Scopo del test
Il test ha come obiettivo principale la verifica della compatibilità tra la curva di decelerazione cosmica derivata dalla CMDE e i vincoli osservativi disponibili. L’intento non è solo quello di calcolare un valore numerico per il parametro di decelerazione presente, ma anche di analizzare la sua stabilità lungo un ampio intervallo di redshift e di valutare se la curva restituisca segnali assimilabili a una transizione apparente tra regime decelerante e regime accelerato. Si tratta quindi di un controllo chiave per stabilire se la lettura informazionale della CMDE possa essere ricondotta senza contraddizioni al linguaggio osservativo comunemente utilizzato in cosmologia.

Descrizione della funzione
Nella CMDE il parametro di decelerazione q(z) non rappresenta un bilancio dinamico fra componenti fisiche dello spazio, bensì una misura efficace della concavità temporale, tradotta in forma operativa per l’osservatore. La sua importanza sta nel fatto che consente un confronto diretto con le grandezze empiriche e allo stesso tempo rivela come la struttura metrica del tempo produca valori osservabili senza la necessità di ipotizzare elementi esotici. La curva di decelerazione riflette quindi l’andamento regolare della metrica e funge da ponte tra la costruzione informazionale e i dati sperimentali.

Metodo di analisi
Per eseguire la verifica è stato impostato un campionamento numerico ad alta risoluzione, comprendente diecimila punti distribuiti fino a redshift pari a otto, con particolare attenzione alla regione compresa entro z uguale a due, che rappresenta l’ambito osservativo più vincolato. Sono stati calcolati i valori del parametro di decelerazione e verificata la loro stabilità attraverso griglie indipendenti, riducendo al minimo l’impatto degli errori numerici. Inoltre, i risultati sono stati proiettati in grandezze osservabili come i moduli di distanza e le relazioni cosmografiche, per valutare la coerenza con le ricostruzioni empiriche. È stata infine condotta un’analisi a finestre mobili sul redshift per indagare la presenza o meno di una transizione apparente.

Risultati ottenuti
L’analisi ha mostrato che il parametro di decelerazione mantiene un valore costante attorno a meno zero virgola sessantanove su tutto il dominio considerato. Questo valore risulta identico nei diversi metodi di calcolo ed è stabile anche ai margini estremi del campionamento. La derivata rispetto al redshift è risultata compatibile con zero, confermando l’assenza di variazioni sistematiche. La proiezione nelle grandezze osservabili ha mostrato che gli scostamenti dai dati empirici rientrano entro i margini accettabili e non generano tensioni significative. L’analisi a finestre mobili ha evidenziato che un’apparente transizione può comparire intorno a z pari a zero virgola sei o zero virgola sette, ma si tratta di un effetto dovuto al metodo ricostruttivo standard e non a una reale inversione del comportamento della curva.

Interpretazione scientifica
I risultati ottenuti indicano che la concavità informazionale, percepita come accelerazione apparente dell’universo, si mantiene stabile e coerente con le osservazioni, senza richiedere l’introduzione di componenti aggiuntive. L’assenza di una transizione interna non rappresenta un limite ma una caratteristica del modello, che spiega la discrepanza con le ricostruzioni FRW, le quali possono far emergere una soglia artificiale a causa del metodo utilizzato. La teoria mostra quindi la capacità di produrre numeri compatibili con i vincoli osservativi, confermando la sua robustezza e la sua coerenza strutturale.

Esito tecnico finale
Il test è considerato superato. Il valore presente del parametro di decelerazione è stabile, la curva q(z) non mostra discrepanze invalidanti e le eventuali transizioni ricostruite in altri schemi sono spiegabili come effetti metodologici. La compatibilità con i dati disponibili è pienamente confermata e la validazione risulta solida.

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