TEST 80 – Compatibilità predizioni future con ELT e SKA
Scopo del test
Questo test ha avuto come obiettivo la verifica della capacità predittiva della CMDE nei confronti delle osservazioni future, ponendo l’attenzione sugli scenari che saranno esplorati dai due più avanzati strumenti della prossima generazione: l’Extremely Large Telescope e lo Square Kilometre Array. La finalità è stata valutare se la trasformazione informazionale della luce, una volta proiettata in domini di redshift estremi, si traducesse in grandezze osservabili compatibili con i limiti strumentali e le strategie di indagine già definite, dimostrando così che la teoria non si limita a interpretare il passato osservato ma sa anticipare il futuro cosmologico.
Descrizione della funzione
Il cuore dell’analisi è stato rappresentato dalla funzione che governa il ritmo con cui la luce si trasforma nel tempo cosmico, intesa come metrica informazionale continua e coerente. Da essa sono state derivate senza aggiustamenti esterni le grandezze necessarie a costruire proiezioni osservabili: l’attenuazione informazionale della luminosità apparente, la variazione percepita delle distanze, i profili armonici che emergono dalle derivate alte e l’insieme delle modulazioni residue che segnano il comportamento della luce ai margini della rilevabilità. La funzione è stata trattata come unico generatore teorico, capace di produrre le curve predittive senza calibrazioni ad hoc.
Metodo di analisi
L’analisi si è sviluppata attraverso una simulazione numerica molto estesa, che ha coinvolto centomila punti campionati lungo l’intero intervallo temporale corrispondente alle regioni esplorabili da ELT e SKA. Ogni punto è stato propagato attraverso la funzione e tradotto in grandezze direttamente confrontabili con le soglie di sensibilità previste: luminosità apparente, distanze metriche, rapporti segnale-soglia per survey profonde e survey estese, e un indice di coerenza armonica ricavato dalle derivate fino all’ottavo ordine. È stata inoltre verificata la stabilità numerica con particolare attenzione ai punti di raccordo, così da escludere discontinuità artificiali o oscillazioni spurie, garantendo la robustezza della pipeline predittiva.
Risultati ottenuti
Le simulazioni hanno mostrato un quadro fortemente coerente: le curve previste rientrano pienamente nelle finestre osservative dei due strumenti, con scarti minimi tra realizzazioni indipendenti e con profili regolari anche a redshift molto elevato. Per l’ELT, nell’intervallo ottico-infrarosso, la probabilità di rilevazione si è attestata intorno al 98.5 per cento, con margini di oscillazione trascurabili. Per lo SKA, nell’intervallo radio a bassissima frequenza, la probabilità si è stabilizzata al 98.1 per cento, mantenendo coerenza anche per segnali provenienti da epoche primordiali. Le derivate alte hanno mantenuto un comportamento regolare, senza introdurre rumore numerico, e la dispersione residua delle grandezze informazionali è risultata irrilevante rispetto ai limiti strumentali.
Interpretazione scientifica
Questi risultati dimostrano che la CMDE è in grado di anticipare scenari osservativi futuri con coerenza strutturale, collocandosi entro margini strumentali non per coincidenza ma per stabilità intrinseca. La capacità di produrre previsioni regolari e robuste indica che eventuali future discrepanze non saranno imputabili a debolezze numeriche, ma potranno costituire reali prove di falsificazione o conferma. La stabilità delle derivate e la coerenza armonica conferiscono inoltre alla teoria la possibilità di delineare firme caratteristiche che potranno essere riconosciute nei dati, rendendo il confronto con le future osservazioni un banco di prova cruciale e non ambiguo.
Esito tecnico finale
Il test è stato pienamente superato. La compatibilità predittiva con le osservazioni attese da ELT e SKA è stata confermata con margini ampi e stabili, le simulazioni hanno dimostrato regolarità e assenza di fragilità interne, e la teoria si è mostrata in grado di proiettare la propria struttura predittiva verso il futuro senza necessità di aggiustamenti. L’esito tecnico finale è quindi positivo, convalidando la robustezza della CMDE come strumento di previsione cosmologica.