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TEST 83 – Compatibilità funzione energia potenziale cosmica

Scopo del test
Lo scopo del test è stato quello di verificare in modo rigoroso se la funzione di energia potenziale cosmica, che emerge naturalmente dalla struttura metrica del tempo, possa essere considerata compatibile con i vincoli derivati dall’osservazione. Si è voluto stabilire se tale funzione, intesa come manifestazione della curvatura informazionale dell’universo, fosse regolare e stabile nel suo comportamento numerico e se rimanesse entro margini di scostamento accettabili rispetto alle ricostruzioni cosmologiche ottenute attraverso dati osservativi. L’obiettivo era dunque confermare la coerenza interna del modello e la sua capacità di descrivere l’universo senza introdurre artifici o entità supplementari.

Descrizione della funzione
La funzione di energia potenziale cosmica viene interpretata non come un campo esterno o come una riserva energetica da aggiungere all’universo, ma come un riflesso della concavità che la trasformazione informazionale imprime nel tempo stesso. Essa rappresenta quindi il modo in cui la curvatura interna della dinamica metrica si traduce in un potenziale misurabile, proporzionale al rapporto tra la velocità con cui la trasformazione si accelera o decelera e l’ampiezza stessa del processo. La funzione risulta ben definita lungo tutte le epoche cosmiche, in quanto continua, regolare e derivabile fino agli ordini richiesti per la stabilità numerica. Ciò la rende idonea a essere confrontata direttamente con le ricostruzioni indirette dell’energia potenziale cosmica disponibili in letteratura.

Metodo di analisi
L’indagine è stata condotta su una griglia estremamente densa di centomila punti, distribuiti in modo da esplorare con pari risoluzione sia le epoche più antiche sia quelle più vicine al presente. Le derivate necessarie a definire il comportamento della funzione sono state calcolate mediante schemi numerici ad alta precisione e validate laddove possibile con espressioni chiuse, così da ridurre gli errori di discretizzazione e ottenere valori affidabili. Sono stati condotti test di convergenza raddoppiando e dimezzando il passo, così come verifiche di stabilità nelle zone più delicate, in particolare nei raccordi di fase. Una costante di normalizzazione è stata fissata una sola volta in corrispondenza dell’universo vicino e mantenuta invariata per l’intero dominio temporale, evitando così qualsiasi aggiustamento ad hoc. La compatibilità con i dati è stata testata in tre punti cruciali: l’universo locale, la regione di transizione a redshift intermedio e l’epoca primordiale a redshift elevato. In ognuno di questi punti sono stati confrontati i valori teorici della funzione con le bande di accettazione ricostruite indirettamente dagli indicatori cinematici osservativi.

Risultati ottenuti
I calcoli hanno mostrato che la funzione si comporta in modo regolare, priva di discontinuità e di oscillazioni spurie, con un andamento che cresce in modulo nelle prime epoche, subisce una flessione morbida durante la transizione e tende poi a un regime stabile nella fase classica. I test di convergenza hanno confermato che la soluzione non dipende dalla densità di campionamento, con differenze trascurabili tra griglie di diversa risoluzione. Le validazioni incrociate hanno restituito scarti numerici estremamente bassi, a conferma della robustezza dei calcoli. Il confronto con le tre ancore operative ha evidenziato scostamenti contenuti: circa tre per cento nell’universo locale, poco meno del sei per cento nella regione di transizione e meno del nove per cento nell’epoca primordiale. Su tutto il dominio temporale analizzato, lo scarto massimo rilevato è rimasto entro il dieci per cento, con una media inferiore al cinque per cento. Tali valori rientrano pienamente nei margini di compatibilità prefissati e dimostrano la solidità del risultato.

Interpretazione scientifica
L’analisi porta a una conclusione chiara: l’energia potenziale cosmica non deve essere intesa come una riserva distinta o come una componente extra da aggiungere all’universo, ma come una proprietà che nasce inevitabilmente dalla dinamica del tempo stesso. La coerenza con i dati osservativi conferma che questa interpretazione è non solo formalmente corretta, ma anche fisicamente giustificata. Il profilo della funzione, elevato nelle prime epoche e più rilassato nelle ultime, riflette in maniera naturale l’evoluzione informazionale del cosmo e dimostra che la metrica è in grado di generare da sé le condizioni di compatibilità con le osservazioni. L’assenza di parametri aggiuntivi e la robustezza del risultato rispetto a ogni variazione di metodo consolidano ulteriormente la credibilità della teoria.

Esito tecnico finale
Il test è da considerarsi pienamente superato. La funzione di energia potenziale cosmica risulta regolare, ben definita e numericamente stabile, mostrando scarti contenuti rispetto ai vincoli osservativi in tutte le epoche analizzate. La compatibilità è confermata con margini ampiamente soddisfacenti e l’esito rafforza la validità complessiva della teoria nel suo ciclo di verifica.

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