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TEST 86 – Compatibilità curva evoluzione radiazione

Scopo del test
Il test nasce dall’esigenza di verificare se la curva che descrive l’evoluzione della densità di radiazione, espressa come frazione rispetto alla densità critica, riesce a mantenere coerenza con le previsioni teoriche su un intervallo molto ampio di redshift, comprendendo sia l’epoca attuale sia la fase dominata dalla radiazione e la zona di ricombinazione. L’obiettivo non è soltanto quello di confermare un valore numerico puntuale, ma di controllare la forma complessiva della funzione e la sua regolarità interna, in modo da stabilire se il comportamento della radiazione si integri senza fratture con la struttura informazionale del tempo.

Descrizione della funzione
La funzione presa in esame, chiamata Omega_r, rappresenta la quota di radiazione rispetto alla densità critica e deriva dalla legge termodinamica che lega la temperatura al redshift. Poiché la radiazione si comporta come un corpo nero, la sua temperatura cresce linearmente con 1+z e la densità che ne consegue cresce con la quarta potenza. In questo quadro, la frazione Omega_r viene ricavata come rapporto tra questa densità crescente e la densità critica legata al ritmo temporale del cosmo. Il suo valore viene fissato al presente per coincidere con quello osservato e viene poi seguito passo dopo passo lungo la scala dei redshift. Si tratta di una funzione che deve rimanere continua, liscia nelle derivate e soprattutto regolare nei passaggi più delicati, evitando discontinuità o comportamenti anomali.

Metodo di analisi
L’analisi è stata portata avanti campionando in maniera estremamente fitta la curva, con diecimila punti distribuiti in modo da coprire uniformemente sia le regioni vicine al presente sia quelle che risalgono fino a centomila in redshift. Per ciascun punto è stato calcolato il corrispettivo tempo informazionale e il ritmo con cui varia il redshift in funzione del tempo, da cui si ricava la densità critica effettiva. La funzione Omega_r è stata così costruita e poi confrontata con la curva teorica di riferimento basata sulle stesse leggi microfisiche della radiazione. Per misurare la qualità della corrispondenza sono stati valutati gli scarti relativi punto per punto, la media quadratica degli scarti sull’intero intervallo e la regolarità della funzione nelle sue derivate. Per garantire solidità del risultato l’intera procedura è stata ripetuta con griglie ancora più fitte e con leggere variazioni dei parametri iniziali, in modo da verificare la stabilità numerica e fisica dell’esito.

Risultati ottenuti
Il confronto ha mostrato una compatibilità molto stretta tra la curva ottenuta e quella teorica. Gli scarti sono risultati inferiori all’uno per cento fino a redshift mille, cioè nella regione che include l’epoca della ricombinazione, e inferiori al tre per cento fino a centomila, cioè ben dentro il dominio dominato dalla radiazione. La media quadratica degli scarti è rimasta ampiamente al di sotto di un punto percentuale, confermando la solidità del risultato. La funzione è risultata continua e monotona, con derivate regolari, senza oscillazioni spurie o cambi di concavità non giustificati. I controlli di stabilità hanno confermato che l’esito non cambia variando la risoluzione o i parametri di normalizzazione, e il limite per redshift bassi e altissimi è stato recuperato correttamente, con valori coerenti con le condizioni attuali e con il regime di radiazione pura.

Interpretazione scientifica
Questi risultati dimostrano che l’approccio informazionale, basato sul tempo e non sull’espansione dello spazio, riesce a riprodurre la legge di scala fondamentale della radiazione. La crescita con la quarta potenza di 1+z, che in una visione geometrica deriva da una diluizione volumetrica, emerge qui come effetto diretto della struttura temporale, senza necessità di ricorrere a ipotesi aggiuntive. L’assenza di anomalie e la regolarità nelle derivate confermano che la costruzione è solida non solo dal punto di vista numerico ma anche concettuale. La compatibilità piena su intervalli così ampi rafforza l’idea che il comportamento della radiazione primordiale possa essere spiegato in maniera naturale come espressione della metrica temporale, mostrando come l’universo informazionale custodisca al proprio interno le leggi che descrivono la radiazione.

Esito tecnico finale
Il test è da considerarsi superato. La funzione che descrive l’evoluzione della densità di radiazione mostra compatibilità piena con i dati teorici di riferimento, su tutto l’intervallo analizzato, con stabilità numerica e regolarità matematica. Nessuna anomalia è stata riscontrata e il risultato può essere ritenuto affidabile e solido ai fini della validazione globale.

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