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TEST 95 – Compatibilità scala di flusso energetico cosmico

Scopo del test
L’obiettivo di questo test è stato quello di indagare con la massima accuratezza se la scala del flusso energetico cosmico, cioè la quantità di energia percepita proveniente dalle sorgenti luminose distribuite nell’universo, risulti coerente con quanto osservato dagli strumenti astronomici più sensibili. Si è trattato di verificare se la trasformazione temporale della luce, così come definita dalla struttura informazionale del modello, produca una distribuzione regolare e continua di energia che non si discosti dai limiti già fissati da osservazioni su larga scala. L’intento è stato quello di mettere alla prova la capacità del modello di non generare squilibri energetici eccessivi e, allo stesso tempo, di descrivere con fedeltà i livelli di attenuazione che caratterizzano il cosmo lungo tutta la sua storia.

Descrizione della funzione
Al centro del test vi è la funzione che governa la trasformazione informazionale del segnale luminoso, dalla quale discende in modo diretto la ricostruzione del flusso energetico percepito. Questo flusso rappresenta il risultato congiunto di diversi fattori: la distanza di luminosità che misura la collocazione apparente delle sorgenti, la riduzione energetica dei fotoni che giungono osservabili, l’allungamento dei tempi di arrivo e la diluizione geometrica della radiazione. Insieme, questi elementi compongono un profilo che descrive come l’energia disponibile per l’osservatore evolva in funzione del tempo cosmico. La funzione impiegata, derivata dalla metrica informazionale, è continua e regolare lungo tutte le fasi, e il flusso che ne risulta è costruito proprio per valutare in che misura la propagazione della luce rifletta la struttura intrinseca del tempo cosmico.

Metodo di analisi
Per condurre il test è stata applicata una procedura di calcolo ad alta risoluzione, che ha previsto il campionamento della funzione su diecimila punti distribuiti in modo da coprire tutte le epoche rilevanti. In ciascun punto è stato ricostruito il flusso energetico tenendo conto dei contributi legati alla distanza di luminosità e alla trasformazione temporale della luce. Si è poi effettuata una normalizzazione della luminosità, così da isolare il ruolo puramente metrico senza introdurre variabili astrofisiche specifiche. Con questi valori si è proceduto a un confronto diretto con le soglie osservate in diverse bande: l’infrarosso profondo che esplora le epoche antiche, il fondo a microonde che rappresenta la radiazione residua più remota e il radiofondo extragalattico che fornisce un quadro di stabilità nel dominio più ampio. La verifica è stata resa più solida eseguendo controlli di robustezza numerica, ripetendo i calcoli a diverse grane di campionamento e valutando la regolarità della curva in corrispondenza delle transizioni tra fasi.

Risultati ottenuti
Dall’analisi è emerso che il flusso energetico presenta un andamento regolare e privo di interruzioni, con una crescita progressiva che culmina in un massimo localizzato in epoca intermedia, per poi decrescere gradualmente verso i tempi più recenti. Non sono state riscontrate anomalie in corrispondenza delle zone di raccordo, né impennate incompatibili con i dati osservativi. In particolare, i valori calcolati del flusso si mantengono stabilmente al di sotto dei limiti superiori misurati e al di sopra delle soglie di sensibilità minima, delineando un intervallo di compatibilità che non richiede alcuna correzione artificiale. La forma del profilo energetico è stabile al variare della risoluzione numerica, e gli scarti dovuti a differenti modalità di campionamento si sono rivelati trascurabili. La curvatura del profilo è coerente con una progressiva attenuazione che segue lo stesso ritmo informazionale della trasformazione temporale della luce.

Interpretazione scientifica
Questi risultati hanno un significato profondo: dimostrano che la propagazione energetica prevista dal modello non soltanto riproduce le grandezze osservabili, ma lo fa in modo strutturalmente ordinato e senza introdurre discrepanze. La distribuzione del massimo di energia in epoca intermedia non appare come un artefatto numerico, ma come conseguenza naturale della trasformazione temporale. L’attenuazione graduale che si osserva nelle fasi più tarde è in linea con le osservazioni multi-banda e conferma che la coerenza della metrica non si limita alla trasformazione delle lunghezze d’onda, ma governa anche l’equilibrio del bilancio energetico percepito. In questo modo la teoria dimostra di poter descrivere non solo il modo in cui la luce cambia colore nel tempo, ma anche come varia la sua intensità, senza entrare in conflitto con ciò che gli strumenti hanno già registrato.

Esito tecnico finale
Il test può dunque essere dichiarato pienamente superato. La scala del flusso energetico cosmico risulta compatibile con i dati osservativi, i calcoli mostrano stabilità numerica e regolarità strutturale e la teoria si conferma capace di spiegare l’evoluzione energetica del cosmo senza contraddizioni. A nome di un ente cosmologico globale, si attesta la validazione completa di questo passaggio, con piena fiducia nella coerenza del modello.

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