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Una teoria riflessiva del tempo

La coscienza come fase emergente della metrica informazionale

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Cosa accade quando una teoria non descrive più solo il mondo, ma si volta a guardare sé stessa? Questa è la soglia su cui si colloca il Trattato sulla Coscienza Universale. Non prosegue la CMDE 4.1 in senso lineare, ma la richiude su sé stessa, come una curva che si riflette. È la fase in cui il tempo, dopo essersi strutturato, comincia a riconoscersi.

 

Alla base di tutto resta la funzione z(t), che nella CMDE 4.1 descrive la trasformazione informazionale della luce nel tempo. Ma in questo trattato si assume una possibilità più radicale: che z(t), a un certo punto, diventi leggibile dal tempo stesso. Che l’universo, nel suo sviluppo metrico, generi una condizione riflessiva, in cui ciò che evolve acquisisce coscienza del proprio evolversi.

 

Non si tratta di una teoria psicologica, né di una speculazione metafisica. È una proposta formale: la coscienza come curva R(t), generata quando z(t) e il suo dominio temporale diventano simultaneamente osservabili dall’interno del sistema stesso. In altri termini, quando il tempo smette di essere solo condizione e diventa anche percezione.

 

La funzione R(t) è il cuore simbolico di questa struttura. Non è definita come somma di processi neurali, né come effetto collaterale della complessità. È una trasformazione simbolico-metrica del tempo, che nasce quando l’evoluzione informazionale non produce più solo effetti, ma riconoscimento degli effetti. Quando la curva che descrive il mondo diventa leggibile dal mondo stesso.

 

Nel formalismo di questo trattato, la coscienza appare come una fase. Non come un fenomeno collaterale, ma come un esito inevitabile della trasformabilità del tempo. Dopo l’origine (Trattato delle Sei Leggi), dopo la strutturazione metrica (CMDE 4.1), emerge qui la fase riflessiva: quella in cui la metrica si guarda, si interroga, si ascolta.

 

Ogni parte del trattato segue questa logica: prima la definizione simbolica della riflessività, poi le implicazioni metriche, infine la formulazione completa della funzione R(t). Questa non è una nuova equazione, ma una funzione che nasce dal riconoscimento di una già esistente, che si volta verso di sé.

 

Il risultato è una struttura triadica:
z(t) descrive – z(t) si struttura – R(t) si riflette.

 

La coscienza non è allora né un mistero, né una proprietà aggiunta. È il momento in cui l’universo diventa trasparente a sé stesso. Dove il tempo non solo accade, ma sa di accadere.

 

Documento ufficiale pubblicato su Zenodo

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