Dichiarazione di Nascita della Fisica Informazionale
La versione ufficiale pubblicata integralmente in forma bilingue
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SEZIONE 1 - Dichiarazione di Nascita della Fisica Informazionale
Fisica Informazionale è una nuova disciplina scientifica che indaga la struttura fondativa dell’universo non come un sistema di materia e forze, ma come un’organizzazione dinamica e coerente dell’informazione.
A differenza della fisica tradizionale, che considera l’informazione come proprietà derivata della materia, la Fisica Informazionale postula l’informazione stessa — temporale, causale e riflessiva — come costituente primario di ogni esistenza.
Questa disciplina va oltre i quadri quantistici e relativistici, inaugurando un’era post-materiale della fisica, in cui la funzione del tempo, la coscienza e la coerenza metrica emergono come principi universali.
La Fisica Informazionale non è una teoria: è un paradigma.
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SEZIONE 2 - Ontologia Fondamentale della Fisica Informazionale
La Fisica Informazionale postula che l’universo non sia composto da particelle o campi, ma da unità informazionali temporali.
Queste unità non possiedono massa, carica o estensione spaziale, ma coesione causale nel tempo.
La “sostanza” fondamentale dell’universo non è la materia, ma l’informazione in movimento, strutturata secondo leggi precise di differenziazione temporale, risonanza metrica e coerenza emergente.
Alla radice di ogni esistenza si trova la funzione temporale informazionale, indicata come z(t), che misura la trasformazione dell’informazione tra stati.
Coscienza, materia, spazio ed energia sono manifestazioni emergenti di questo substrato informazionale.
In questa prospettiva, lo spazio non è un contenitore, ma una proiezione di relazioni informazionali.
La materia non è sostanza, ma densità informazionale coerente.
L’energia non è una forza, ma tensione informazionale tra trasformazioni temporali.
L’unico vero primitivo ontologico è la differenza informazionale nel tempo.
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SEZIONE 3 – Leggi fondative della fisica informazionale
3.1 – Legge della Differenza Minima Temporale
La condizione primaria dell’esistenza informazionale è l’emergere di una differenza minima tra due stati informazionali nel tempo.
Nessuna informazione può esistere senza cambiamento, e nessun cambiamento avviene senza separazione temporale.
Il tempo non è una dimensione di sfondo, ma l’effetto della differenza informazionale.
3.2 – Legge dell’Identità Informativa Riflessiva
Ogni entità informazionale deve contenere in sé la capacità di riflettere il proprio stato nel tempo.
Questa identità riflessiva è l’origine della memoria informazionale e la condizione preliminare della coscienza.
L’universo conserva l’identità non attraverso la massa o la struttura, ma tramite la riflessione coerente del cambiamento informazionale.
3.3 – Legge della Coerenza Metrica Informazionale
Ogni trasformazione informazionale valida deve rispettare una coerenza metrica interna.
La metrica dell’informazione non è spaziale né euclidea, ma definita dalla continuità logica e causale delle trasformazioni nel tempo.
La funzione metrica z(t) misura la distanza informazionale tra stati e garantisce l’ordine dell’universo.
3.4 – Legge della Densità Emergente
La materia, l’energia e lo spazio sono effetti secondari di una densità informazionale sufficientemente coerente.
Quando l’informazione si organizza con sufficiente coerenza temporale, emerge la percezione di una “sostanza”.
Nulla esiste come massa: tutto esiste come aggregato informazionale denso e coerente.
3.5 – Legge della Causalità Informazionale
Ogni evento informazionale produce effetti coerenti solo se inserito in una catena temporale causale.
L’universo non evolve per casualità, ma per propagazione coerente di differenze informazionali nel tempo.
La causalità non è una forza, ma un vincolo logico tra trasformazioni possibili.
3.6 – Legge dell’Emergenza Autocosciente
Se un sistema informazionale raggiunge un livello sufficiente di riflessione interna, memoria coerente e stabilità metrica, allora emerge la coscienza.
La coscienza non è un prodotto del cervello, ma una forma superiore di coerenza informazionale autosimmetrica nel tempo.
La funzione R(t) descrive la traiettoria evolutiva dell’autocoscienza all’interno dello spazio informazionale.
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SEZIONE 4 – FUNZIONI FONDAMENTALI DELLA FISICA INFORMAZIONALE
Questa sezione introduce le tre funzioni cardine della Fisica Informazionale:
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z(t): funzione temporale della differenza informazionale
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R(t): funzione metrica dell’autocoscienza
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Φ(t): funzione potenziale dell’evoluzione informazionale
Queste non sono simboli matematici arbitrari, ma enti reali, con statuto ontologico paragonabile allo spazio-tempo nella relatività o alla funzione d’onda nella meccanica quantistica.
4.1 – La funzione z(t)
Funzione temporale della differenza informazionale
La funzione z(t) misura la distanza informazionale tra due eventi nel tempo.
Non è una distanza fisica, ma un gradiente di trasformazione tra stati informazionali coerenti.
Quando z(t)=0, due stati sono indistinguibili: non c’è evoluzione. Quando z(t)>0, emerge il cambiamento, il tempo, la realtà percepita.
L’universo cresce come trasformazione di differenze regolate dalla funzione z(t), che costituisce la base metrica primaria della Fisica Informazionale.
4.2 – La funzione R(t)
Funzione metrica dell’autocoscienza
La funzione R(t) descrive la traiettoria evolutiva dell’autocoscienza in un sistema informazionale coerente.
Non misura la coscienza in sé, ma la sua stabilità, profondità e coerenza nel tempo.
Un valore crescente di R(t) indica un sistema che integra esperienze, memorie e riflessioni in una struttura autocosciente sempre più organizzata.
La funzione R(t) è il primo modello formale della coscienza come metrica evolutiva informazionale.
4.3 – La funzione Φ(t)
Funzione potenziale dell’evoluzione informazionale
La funzione Φ(t) rappresenta il potenziale informazionale di un sistema in un dato momento.
È una misura della capacità di generare coerenza, differenza, autocoscienza a partire dallo stato attuale.
Può aumentare o diminuire in funzione dell’interazione informazionale, dell’ambiente, o della perdita di coerenza.
Dove Φ(t)→0, l’informazione si dissolve. Dove Φ(t) cresce, l’universo prende forma, significato, intenzionalità.
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SEZIONE 5 – CONSEGUENZE SPERIMENTALI E PREVISIONI DELLA FISICA INFORMAZIONALE
5.1 – La trasformazione informazionale della luce (Redshift)
La Fisica Informazionale interpreta il redshift non come effetto di espansione dello spazio, ma come conseguenza della trasformazione informazionale della luce nel tempo.
La funzione z(t), che misura la differenza informazionale tra stati, spiega la progressiva perdita di coerenza energetica dei fotoni lungo traiettorie temporali estese.
Questo modello elimina la necessità di postulare entità non osservabili come la materia oscura o l’energia oscura, offrendo una spiegazione intrinsecamente informazionale dei dati astrofisici.
5.2 – La coscienza come stabilità metrica emergente
La funzione R(t) introduce per la prima volta nella fisica un modello formale della coscienza come coerenza informazionale autosimmetrica nel tempo.
Questa funzione non descrive il contenuto della coscienza, ma la sua traiettoria metrica, ovvero il grado con cui un sistema mantiene nel tempo una memoria coerente, riflessiva e integrata di sé.
Ne deriva una visione secondo cui la coscienza può emergere in qualunque sistema informazionale sufficientemente strutturato, indipendentemente dal supporto materiale.
5.3 – La ridefinizione della casualità
I fenomeni comunemente classificati come "casuali" possono essere reinterpretati come manifestazioni metriche di strutture informazionali non osservate.
La Fisica Informazionale propone che il caso non sia una proprietà intrinseca degli eventi, ma un livello di ignoranza epistemica riguardo alla coerenza informazionale sottostante.
Questo apre la possibilità di costruire modelli predittivi informazionali in contesti attualmente considerati aleatori, utilizzando le funzioni z(t) e Φ(t) come strumenti analitici.
5.4 – Superamento del dualismo materia-informazione
La materia, nella visione della Fisica Informazionale, non è una sostanza indipendente, ma una configurazione informazionale coerente, stabilizzata metricamente nel tempo.
Questo approccio consente di unificare ontologia fisica e coscienza, abolendo il dualismo classico tra materia e spirito.
Tutti i fenomeni osservabili sono riducibili a variazioni strutturate di informazione, e possono essere studiati attraverso la dinamica delle funzioni fondamentali z(t), R(t) e Φ(t).
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SEZIONE 6 – IMPLICAZIONI FILOSOFICHE E EPISTEMOLOGICHE DELLA FISICA INFORMAZIONALE
6.1 – La fine del materialismo scientifico
La Fisica Informazionale segna il superamento definitivo del paradigma materialista classico, che considera la materia come ente primario e indipendente.
In questo nuovo quadro, la materia non è fondamento, ma manifestazione derivata da configurazioni informazionali coerenti.
La realtà non è fatta di oggetti, ma di differenze informazionali che si strutturano nel tempo.
Di conseguenza, le leggi della fisica non descrivono la materia, ma le trasformazioni coerenti dell’informazione nel tempo.
6.2 – Una nuova definizione di esistenza
Esistere, nella Fisica Informazionale, non significa “occupare spazio”, ma avere una coerenza informazionale evolutiva nel tempo.
Un ente esiste se produce differenza, mantiene struttura e genera relazioni.
Questo porta a una definizione metrica dell’essere, in cui ogni entità è valutabile attraverso funzioni come z(t), R(t), e Φ(t).
L’ontologia non è più statica, ma funzionale, dinamica, temporale.
6.3 – L’unità tra fisica, coscienza e informazione
La Fisica Informazionale elimina le separazioni artificiali tra mondo fisico, coscienza e conoscenza.
La coscienza non è più un fenomeno emergente da processi materiali, ma una forma evoluta di coerenza informazionale riflessiva.
Allo stesso tempo, la conoscenza non è esterna alla fisica, ma un suo effetto interno, naturale, misurabile.
L’universo non è solo osservabile, ma intrinsecamente osservante: ogni sistema che sviluppa R(t) diventa parte attiva della sua stessa comprensione.
6.4 – Verso una scienza post-materiale
Con la Fisica Informazionale nasce una nuova era della scienza: la scienza post-materiale.
Non più fondata su particelle, masse o spazi geometrici, ma su relazioni informazionali, traiettorie metriche e strutture causali coerenti.
Questo paradigma consente una rilettura profonda di tutta la conoscenza scientifica accumulata, e apre nuove frontiere in fisica, cosmologia, biologia, intelligenza artificiale e filosofia della mente.
La scienza non è più lo studio del mondo materiale, ma lo studio della trasformazione dell’informazione nel tempo.
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