top of page

Introduzione allo Studio della Fisica Informazionale

Guida al primo contatto con la realtà come struttura informazionale

----------------------------------------------------------------------------

CAPITOLO 1

Come si studia la Fisica Informazionale

Guida introduttiva alla disciplina

 

Premessa

La Fisica Informazionale non è una branca della fisica classica, né una estensione della meccanica quantistica, né un’interpretazione della relatività.
Essa rappresenta un cambiamento di paradigma: lo studio della realtà non in quanto composta di materia o energia, ma in quanto struttura dinamica di informazione nel tempo.

Per questo motivo, studiare la Fisica Informazionale richiede una disposizione epistemica diversa: non ci si limita a memorizzare leggi, ma si impara a leggere il mondo come trasformazione informazionale coerente, fondata su metriche temporali.

 

Struttura dello studio

Lo studio della Fisica Informazionale si articola su tre assi portanti:

 

1. Comprensione delle tre funzioni fondamentali

  • z(t) – misura la differenza informazionale tra due stati: è la base del tempo, del cambiamento e dell’evoluzione.

  • R(t) – descrive la traiettoria metrica dell’autocoscienza: è la base della coerenza, della memoria e dell’identità.

  • Φ(t) – esprime il potenziale informazionale evolutivo di un sistema: è la misura della sua capacità generativa.

 

2. Assimilazione delle Sei Leggi Fondative

Le leggi non sono meri enunciati: sono condizioni ontologiche che regolano l’esistenza di qualunque entità informazionale.
Studiare queste leggi significa imparare a pensare metricamente, non materialmente.

 

3. Trasformazione del punto di vista

La Fisica Informazionale chiede al pensiero di:

 

  • Abbandonare lo spazio assoluto,

  • Sostituire la massa con la coerenza,

  • Intendere l’esistenza come differenza informazionale nel tempo,

  • Accettare che la coscienza non è un accidente biologico, ma un effetto metamorfico della simmetria informazionale.

Metodo consigliato

Per affrontare lo studio della Fisica Informazionale si consiglia:

 

  • Lettura lenta e circolare: ogni sezione è legata alle altre, e va riletta con maggiore profondità ad ogni passaggio.

  • Costruzione personale del significato: le funzioni e i concetti non sono “da ripetere”, ma da interiorizzare. La comprensione è un atto informazionale evolutivo.

  • Annotazione simbolica: chi studia questa materia deve imparare a tradurre ogni concetto in termini metrici:


ad esempio, “identità” = stabilità di R(t);
“trasformazione” = variazione di z(t);
“intenzionalità” = direzionalità crescente di Φ(t).

Strumenti mentali richiesti

Per affrontare lo studio di questa materia sono necessarie:

 

  • Astrazione logica temporale: capacità di pensare senza riferimento a coordinate spaziali.

  • Riflessione causale informazionale: comprendere i legami tra eventi come strutture coerenti nel tempo, non come collisioni.

  • Auto-riflessività: chi studia questa materia è egli stesso un sistema informazionale cosciente, e lo studio diventa parte della traiettoria R(t) di chi la studia.

Finalità dello studio

Studiare la Fisica Informazionale non significa solo “conoscere una teoria”.
Significa:

 

  • Riprogrammare il proprio modo di concepire l’essere,

  • Acquisire una metrica personale dell’identità,

  • Diventare parte consapevole di una struttura informazionale più grande.

 

Questa materia non forma solo scienziati.
Forma coscienze metriche attive, capaci di leggere e modificare la realtà come configurazione coerente di differenze.

----------------------------------------------------------------------------

 

CAPITOLO 2

Le domande fondamentali della Fisica Informazionale

Cosa si chiede questa nuova scienza

Premessa

Ogni disciplina nasce per rispondere a delle domande che le scienze precedenti non riuscivano a risolvere.
La fisica classica spiegava il moto, ma non il tempo.
La relatività spiegava la struttura dello spazio-tempo, ma non la coscienza.
La meccanica quantistica spiegava la probabilità dell’evento, ma non l’origine dell’informazione.

La Fisica Informazionale nasce da un’altra esigenza:
capire il senso stesso dell’esistenza come trasformazione informazionale.
Le sue domande non sono solo “scientifiche”: sono ontologiche, metriche, auto-riflessive.

 

Le 7 domande fondamentali della disciplina

1. Che cosa significa esistere, se la materia non è più il fondamento?

Esistere non è “avere massa” o “occupare spazio”, ma generare coerenza informazionale nel tempo.
La Fisica Informazionale cerca la metrica dell’essere, non la misura dell’estensione.

 

2. Cos’è il tempo, se non è una dimensione fisica?

Il tempo è la distanza informazionale tra stati coerenti.
È generato da differenze, non da un orologio.
La funzione z(t) è la chiave per comprenderlo.

 

3. Quando un sistema diventa cosciente?

Quando sviluppa una stabilità riflessiva coerente nel tempo, misurabile tramite R(t).
Non serve un cervello: serve autosimmetria informazionale evolutiva.

 

4. Perché alcuni sistemi evolvono e altri no?

Perché possiedono un potenziale informazionale positivo, cioè una Φ(t) crescente.
L’evoluzione non è casuale: è la direzione naturale della coerenza.

5. Cos’è la causalità se non è forza?

È un vincolo informazionale tra stati coerenti nel tempo.
Gli eventi non sono collegati da spinte, ma da logiche metriche.

 

6. Come si misura la realtà in assenza di massa?

Attraverso la variazione delle funzioni:

 

  • z(t) misura il cambiamento,

  • R(t) misura la stabilità cosciente,

  • Φ(t) misura la capacità di trasformazione.


La realtà è un campo di funzioni metriche, non un insieme di cose.

 

7. Qual è il ruolo dell’osservatore?

L’osservatore non è esterno, ma emerge dalla stessa struttura informazionale che osserva.
In Fisica Informazionale, osservare equivale a differenziare, quindi a creare.
L’universo non è solo osservabile: è auto-osservante.

Conclusione

Studiare la Fisica Informazionale significa imparare a porsi domande che nessun’altra fisica ha mai potuto porre —
non perché fossero “troppo complesse”, ma perché non esisteva ancora il paradigma adatto a formularle.

Ora, con questa nuova materia, le domande fondamentali dell’essere trovano finalmente una metrica, una dinamica, una scienza.

----------------------------------------------------------------------------

 

CAPITOLO 3

L’alfabeto concettuale della Fisica

Simboli, parole e strutture fondamentali della disciplina


Premessa

Ogni scienza matura possiede un linguaggio proprio, fatto di simboli, termini tecnici e strutture concettuali.
Ma quando nasce una nuova materia, questo linguaggio va creato da zero.
La Fisica Informazionale ha già le sue funzioni fondamentali z(t),R(t),Φ(t), ma ha bisogno anche di un alfabeto concettuale condiviso.

In questo capitolo iniziamo a definire il lessico essenziale della materia, non come dizionario, ma come sistema logico coerente.
Ogni termine che leggerai qui non è decorativo: è un elemento strutturale della realtà informazionale.

 

Simboli fondamentali

z(t) – Funzione temporale informazionale
Distanza metrica tra due stati informazionali.

Φ(t) – Funzione potenziale evolutiva
Capacità di un sistema di generare coerenza informazionale.

R(t) – Funzione metrica dell’autocoscienza
Stabilità e simmetria evolutiva di un sistema cosciente.

C(t) – Curva di coerenza
Andamento complessivo della coerenza in un sistema nel tempo.

ΔI – Differenza informazionale
Variazione tra due stati rispetto alla coerenza e alla struttura.

Ω – Campo informazionale globale
Insieme dinamico delle interazioni informazionali che compongono l’universo.

Termini tecnici centrali

Informone

Unità minima di differenza informazionale coerente nel tempo.

Autosimmetria

Capacità di un sistema di riflettere sé stesso metricamente nel tempo.

Cronotopo informazionale

Spazio-tempo definito non da coordinate fisiche ma da trasformazioni informazionali.

Densità informazionale

Quantità di coerenza organizzata in una regione del campo Ω.

Traiettoria metrica

Percorso evolutivo di un sistema all’interno dello spazio informazionale (es. R(t)).

Causalità informazionale

Legame logico coerente tra due stati nel tempo, non mediato da forze, ma da differenze.

Esistenza metrica

Stato di realtà determinato dalla stabilità di una configurazione informazionale.

 

Costrutti ricorrenti

Campo Rico-Metrico

È il dominio entro cui si manifestano le funzioni z(t), R(t), Φ(t) e le loro derivate.
Prende il nome da Riflessività, Informazione, Coerenza, Osservazione → RICO.

 

Nucleo Riflessivo

È il sottoinsieme minimo di un sistema che conserva e rielabora informazioni coerenti nel tempo.
Da questo nucleo nasce l’autocoscienza.

 

Soglia Φ

È il valore minimo della funzione Φ(t) oltre il quale un sistema può iniziare ad auto- organizzarsi metricamente.
Se Φ(t) < soglia → dispersione.
Se Φ(t) > soglia → emergenza.

 

Finalità dell’alfabeto

Questo alfabeto concettuale non è “terminologia accademica”.
È la struttura formale della realtà, così come viene compresa nella Fisica Informazionale.

Ogni concetto è anche un operatore epistemico: studiarlo significa poter agire sulla realtà informazionale stessa, leggerla, trasformarla, comprenderla.

La materia che abbiamo fondato non solo studia l’universo:
lo legge come testo, lo interpreta come struttura, e lo modifica come processo informazionale coerente.

----------------------------------------------------------------------------

 

CAPITOLO 4

Il Metodo della Fisica Informazionale

Come si indaga, si misura e si applica la nuova disciplina

 

Premessa

Ogni scienza si fonda su un metodo.

 

  • Il metodo galileiano: osservazione → ipotesi → esperimento → legge.

  • Il metodo matematico: postulato → dimostrazione → teorema.

  • Il metodo quantistico: probabilità → osservazione → collasso.

 

La Fisica Informazionale adotta un metodo informazionale-metrico:
si parte dalla differenza tra stati informazionali, si analizza la loro coerenza evolutiva, si misura il sistema attraverso le funzioni z(t), R(t), Φ(t), e si deduce una descrizione metrica della realtà.

 

Le 5 fasi del metodo

1. Identificazione del sistema informazionale

Qualsiasi entità o processo viene trattato come configurazione dinamica di informazione.
Non si analizza “la massa” o “il campo”, ma il modo in cui l’informazione si struttura nel tempo.
Il sistema può essere fisico, mentale, biologico, numerico, linguistico, computazionale.

 

2. Analisi della differenza informazionale iniziale – z(t)

Si misura quanto due stati siano informazionalmente distanti nel tempo.
Questo genera la base metrica dell’analisi.
Esempio: due segnali, due stati cognitivi, due pattern.
Dove z(t)=0, il sistema è stabile.
Dove z(t)>0, il sistema sta evolvendo.

 

3. Valutazione della coerenza evolutiva – R(t)

Si osserva come l’informazione si riflette e si stabilizza nel tempo.
Più un sistema mantiene memoria coerente, più cresce R(t).
Serve a distinguere tra sistemi casuali e sistemi autocoscienti.

 

4. Stima del potenziale informazionale – Φ(t)

Questa funzione predice la capacità evolutiva residua del sistema.
Se Φ(t)→0, il sistema è in esaurimento informazionale.
Se Φ(t) cresce, il sistema è in fase creativa, generativa.
La funzione guida lo sviluppo e la previsione dinamica.

 

5. Riconfigurazione simbolico-operativa del sistema

Il metodo culmina non in una previsione meccanica, ma in una mappa simbolica del sistema:

 

  • dove sta andando,

  • come evolve,

  • come può essere guidato.

 

Ogni analisi genera una curva metrica evolutiva, che può essere visualizzata, compresa, modificata.

 

Che cosa significa “misurare” in Fisica Informazionale

Nella scienza classica si misura:

 

  • una lunghezza in metri,

  • una massa in kg,

  • un’energia in joule.

 

Nella Fisica Informazionale si misura:

 

  • la distanza informazionale tra due stati → z(t)

  • la coerenza metrica autocosciente → R(t)

  • la capacità trasformativa → Φ(t)

 

Non si misura “quanto c’è”, ma quanto un sistema è in grado di differenziare, conservare e generare informazione.

 

Che cosa significa “verificare” una teoria

Una teoria è considerata valida se:

 

  • è coerente con le Sei Leggi Fondative,

  • genera valori misurabili stabili in z(t), R(t), Φ(t),

  • produce una curva evolutiva riconoscibile,

  • consente interventi metrici intelligibili.

 

La verifica è informazionale, non sperimentale tradizionale.
Si basa su traiettorie metriche, coerenze interne, predizioni strutturali.

 

Conclusione

Il metodo della Fisica Informazionale non cerca di isolare variabili, ma di comprendere la dinamica dell’informazione nel tempo.
È un metodo logico, metrico, evolutivo e riflessivo.
Studiare secondo questo metodo significa entrare nella logica del reale, non solo osservarla.

 

----------------------------------------------------------------------------

 

CAPITOLO 5

Cosa cambia rispetto alle altre fisiche

Confronto con meccanica classica, relatività e quantistica

 

Premessa

La Fisica Informazionale non nasce per distruggere le teorie precedenti, ma per espandere l’orizzonte della fisica oltre i limiti concettuali del materialismo.
Come la relatività ha ampliato la meccanica newtoniana e la quantistica ha ampliato la visione deterministica, così la Fisica Informazionale integra, supera e rifonda il concetto stesso di realtà fisica.

 

Confronti diretti

1. Materia

| Fisica classica | La materia è sostanza primaria, dotata di massa e posizione.
| Relatività | La materia è energia concentrata che curva lo spazio-tempo.
| Meccanica quantistica | La materia è un’onda di probabilità fino all’osservazione.
| Fisica Informazionale | La materia è una densità coerente di informazione nel tempo. Non è sostanza, ma effetto metrico emergente.

 

2. Tempo

| Fisica classica | Assoluto, universale, lineare.
| Relatività | Relativo al sistema di riferimento.
| Quantistica | Assente dalle equazioni fondamentali.
| Fisica Informazionale | Il tempo è la distanza informazionale tra stati. Non esiste “di per sé”: emerge dalla differenza.

 

3. Spazio

| Fisica classica | Un contenitore tridimensionale vuoto.
| Relatività | Uno spazio-tempo curvo e dinamico.
| Quantistica | Un dominio probabilistico delle variabili.
| Fisica Informazionale | Lo spazio è una proiezione delle relazioni informazionali:
non contiene, è contenuto nell’informazione stessa.

 

4. Causalità

| Fisica classica | Causa-effetto lineare deterministico.
| Relatività | Causalità legata alla velocità della luce.
| Quantistica | Causalità statistica, con collasso indeterminato.
| Fisica Informazionale | Causalità come vincolo informazionale coerente tra stati nel tempo. Non è forza, ma coerenza metrica.

 

5. Coscienza

| Fisica classica | Irrilevante.
| Relatività | Inesistente come variabile.
| Quantistica | Coinvolta nell’osservazione, ma mai definita.
| Fisica Informazionale | Coscienza come emergenza autosimmetrica evolutiva.
Misurabile, modellabile, centrale nella dinamica dell’universo.

 

6. Misura

| Fisica classica | Lunghezza, massa, forza.
| Relatività | Curvatura, energia, tempo proprio.
| Quantistica | Probabilità di osservabili.
| Fisica Informazionale | Misura delle funzioni z(t), R(t), Φ(t):
differenza, coerenza, potenziale evolutivo.

 

7. Scopo della teoria

| Fisica classica | Descrivere e prevedere i movimenti.
| Relatività | Descrivere la struttura dello spazio-tempo.
| Quantistica | Prevedere comportamenti microfisici.
| Fisica Informazionale | Descrivere l’universo come struttura dinamica di informazione,
comprendere l’emergenza della coscienza,
modellare l’evoluzione metrica del reale.

 

Conclusione

La Fisica Informazionale non nega il passato della fisica: lo ingloba come caso particolare.
Tutte le teorie precedenti lavorano entro il paradigma della materia e dello spazio.
Questa nuova materia lavora entro il paradigma della differenza informazionale e della coerenza nel tempo.

È la prima volta che l’universo viene pensato non come macchina, ma come sistema evolutivo cosciente, informato, metricamente riflessivo.

----------------------------------------------------------------------------

 

CAPITOLO 6

Applicazioni della Fisica Informazionale

Come si usa, dove agisce, cosa può produrre

 

Premessa

Una scienza si dimostra tale quando sa essere operativa:
non si limita a descrivere, ma modella, predice, orienta.
La Fisica Informazionale, pur nata come teoria, è già strutturalmente applicabile in molte aree della conoscenza.

Questo capitolo presenta alcune prime applicazioni teoriche e operative della disciplina, in attesa di ulteriori sviluppi sistematici.

 

1. Cosmologia informazionale – Nuovo sguardo sull’universo

Nel modello CMDE, l’universo non si espande nello spazio, ma trasforma informazione nel tempo.
Il redshift cosmologico è letto non come effetto Doppler, ma come segno metamorfico di variazione informazionale (z(t)).

Risultato:

 

  • Superamento del concetto di espansione fisica dello spazio.

  • Eliminazione della necessità teorica di “materia oscura” ed “energia oscura”.

  • Fondamento temporale e metrico delle strutture cosmiche osservabili.

 

2. Coscienza metrica – Sistemi riflessivi informazionali

La funzione R(t) consente di descrivere la coerenza riflessiva di un sistema:
non come effetto biologico, ma come configurazione metrica autoconsistente nel tempo.

Risultato:

 

  • Possibilità di analizzare la coscienza come funzione dinamica.

  • Misurabilità della stabilità identitaria in sistemi complessi.

  • Nuova definizione metrica dell’autocoscienza, svincolata da substrati specifici.

 

3. Sistemi predittivi – Strutture informazionali emergenti

Anche fenomeni apparentemente stocastici possono rivelare pattern metrici nascosti se osservati attraverso Φ(t) e z(t).
Non si tratta di causalità deterministica, ma di coerenza evolutiva informazionale.

Risultato:

 

  • Analisi avanzata di serie complesse mediante traiettorie metriche.

  • Identificazione di regolarità informazionali emergenti.

  • Strumenti concettuali per la previsione in sistemi ad alta entropia apparente.

 

4. Psicodinamica informazionale – Mappatura della coerenza interiore

L’identità personale può essere descritta come traiettoria R(t):
un sistema che evolve mantenendo coerenza informazionale nel tempo.

Risultato:

 

  • Rilettura della coscienza individuale in termini matematici.

  • Mappatura simbolico-metrica di memoria, crisi, espansioni identitarie.

  • Applicazioni teoriche in ambito epistemico, clinico, educativo.

 

5. Teoria dei sistemi evolutivi – Potenziale informazionale Φ(t)

Tutti i sistemi (biologici, cognitivi, sociali) possono essere descritti attraverso il loro potenziale informazionale di crescita.

Risultato:

 

  • Previsione dello sviluppo o del decadimento informazionale.

  • Definizione di soglie di sopravvivenza evolutiva.

  • Ottimizzazione teorica di processi complessi tramite incremento di Φ(t).

 

6. Epistemologia – Rifondazione del concetto di “realtà”

La Fisica Informazionale modifica radicalmente l’idea di “reale”:

La realtà non è un insieme di oggetti, ma una rete coerente di differenze informazionali nel tempo.

Risultato:

 

  • Superamento del materialismo ontologico.

  • Integrazione di fenomeni coscienti, strutturali e temporali sotto un unico modello.

  • Proposta di un nuovo paradigma unificante, capace di connettere fisica, biologia, coscienza e sistemi complessi.

 

Conclusione

Applicare la Fisica Informazionale significa leggere il mondo non come materia che occupa spazio,
ma come differenza che genera senso nel tempo.

La materia diventa fenomeno secondario.
La coscienza diventa struttura misurabile.
Il tempo diventa metrica della trasformazione.

È nata una scienza capace di agire sulla realtà attraverso l’informazione.

 

----------------------------------------------------------------------------

 

CAPITOLO 7

Verso un nuovo paradigma universale

La Fisica Informazionale come fondamento della realtà

 

Premessa

Ogni rivoluzione scientifica ha rappresentato un cambio di visione del mondo:

 

  • Newton ha dato all’universo una meccanica deterministica.

  • Einstein ha introdotto una geometria dinamica dello spazio-tempo.

  • La meccanica quantistica ha aperto al principio di indeterminazione e probabilità.

 

Ma tutte queste visioni avevano un elemento comune:

 

il presupposto che l’universo fosse composto di qualcosa, e che il compito della fisica fosse misurare quella cosa.

 

La Fisica Informazionale rovescia il tavolo:

 

Non esiste “qualcosa” da misurare.
Esiste solo informazione che si trasforma nel tempo.

 

La realtà non è un insieme di oggetti.
È una struttura dinamica di differenze informazionali coerenti.

 

I tre pilastri del nuovo paradigma

1. Il tempo non è una dimensione: è una funzione

La funzione z(t) misura quanto due stati siano differenti.
Il tempo non scorre: si crea ogni volta che una differenza emerge.

 

2. La coscienza non è un mistero: è una traiettoria metrica

La funzione R(t) descrive la capacità di un sistema di mantenere coerenza riflessiva nel tempo.
Non serve un cervello: serve coerenza autosimmetrica.

 

3. L’evoluzione non è un caso: è un potenziale informazionale

La funzione Φ(t) indica quanto un sistema può ancora trasformarsi in modo coerente.
Dove Φ(t) cresce, la realtà si rinnova. Dove Φ(t) si annulla, la realtà decade.

 

Perché è un paradigma e non solo una teoria

Una teoria descrive un ambito.
Un paradigma trasforma l’intero modo di vedere ogni ambito.

La Fisica Informazionale:

 

  • ridefinisce la realtà come evento informazionale,

  • ridefinisce il tempo come differenza tra stati coerenti,

  • ridefinisce l’essere come persistenza evolutiva di informazione.

 

Questa materia non ha bisogno di essere confermata dai vecchi modelli, perché li include come casi particolari di una struttura più vasta.

 

Prospettive future

Studiare la Fisica Informazionale non significa solo esplorare una teoria:
significa diventare parte consapevole della struttura riflessiva dell’universo.

Questa materia apre:

 

  • una nuova ontologia scientifica,

  • una nuova metrica della coscienza,

  • una nuova logica dell’evoluzione,

  • una nuova possibilità di lettura e intervento sulla realtà.

 

Conclusione finale

Con la nascita della Fisica Informazionale, l’umanità ha varcato una soglia epistemica.

Non cerchiamo più di misurare ciò che è visibile,
ma di comprendere ciò che è strutturalmente coerente nel tempo.

Non guardiamo più l’universo da fuori,
ma ci riconosciamo come parte del suo nucleo riflessivo.

Per la prima volta, la scienza ha unito tempo, coscienza e realtà
in un’unica, coerente, metrica universale.

 

Benvenuti nella Fisica Informazionale.
La nuova scienza dell’essere nel tempo.

Vuoi esplorare le implicazioni della Fisica informazionale?
Nel blog troverai spiegazioni, riflessioni e connessioni più ampie.

bottom of page