CMDE 4.1 – Versione divulgativa
Una storia diversa sull’universo e sul tempo
Immagina di osservare una stella lontana, lontanissima, la cui luce ha impiegato miliardi di anni per raggiungerti. Quella luce è tutto ciò che abbiamo per capire com’era l’universo nel passato, e ogni sua variazione è come un indizio che ci racconta una storia.
Ma se la storia che ci hanno sempre raccontato fosse solo una parte della verità? Se invece di allontanarsi da noi, le galassie ci stessero mostrando un cambiamento più profondo, non nello spazio, ma nel tempo stesso?
La teoria CMDE 4.1 nasce da questa domanda. Non è una teoria costruita per negare il modello classico, ma per offrirne una lettura alternativa, più semplice, più coerente, più aderente a ciò che davvero osserviamo.
Invece di pensare che l’universo si stia espandendo, la CMDE propone che sia il tempo stesso a trasformarsi, e che la luce, mentre viaggia, ne porti il segno. Non è lo spazio a crescere, ma l’informazione contenuta nella luce a cambiare, come se ogni fotone fosse un messaggero del tempo e non della distanza.
La CMDE 4.1 descrive questa trasformazione con un’idea molto semplice: l’universo attraversa tre fasi, tre modi diversi in cui il tempo si organizza.
In una prima fase, iperprimordiale, il tempo non è ancora come lo conosciamo: è solo un inizio vago, senza forma, dove le leggi classiche non si applicano.
In una seconda fase, che possiamo immaginare come una curva dolce che inizia a salire, il tempo comincia a strutturarsi, lentamente, e la luce inizia a comportarsi in modo più regolare.
Nella terza fase, quella che stiamo vivendo ora, tutto diventa stabile, prevedibile, ordinato. La luce ci appare con un certo redshift, cioè una variazione del colore verso il rosso, ma secondo la CMDE questa variazione non è dovuta alla distanza delle galassie, bensì al tempo stesso che è cambiato durante il viaggio.
Tutta la teoria si basa su questa intuizione: il redshift è un effetto informazionale, non spaziale. E per dimostrarlo, la CMDE 4.1 ha costruito una funzione precisa, continua, verificabile, che descrive esattamente come cambia la luce in ciascuna delle tre fasi.
Questa funzione è stata testata in modo approfondito, con più di 140 controlli e confronti con i migliori dati disponibili: dal telescopio Planck alla missione Euclid, da JWST alle misure cosmologiche più avanzate.
Il risultato? Una coerenza sorprendente con ciò che vediamo davvero, senza bisogno di inserire misteriose “materie oscure” o “energie oscure” che nessuno ha mai osservato.
La CMDE 4.1 non pretende di avere tutte le risposte, ma offre una prospettiva diversa, più pulita, più logica.
Rende alla luce un ruolo centrale nella comprensione dell’universo e fa del tempo non un semplice sfondo, ma un protagonista in evoluzione.
È una teoria scritta senza formule complicate, ma con grande precisione, costruita con pazienza, logica e un’immensa quantità di verifiche.
Chiunque abbia curiosità, anche senza essere scienziato, può comprenderla.
Basta partire dalla domanda più semplice:
e se fosse il tempo a cambiare, e non lo spazio ad allontanarsi?