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LEGGE PRE-UNIVERSALE 5 – La Nascita dell’Irreversibilità

Aggiornamento: 8 set

Illustrazione a carboncino che rappresenta la rottura della simmetria temporale: una rete di nodi interconnessi genera una freccia orientata verso una spirale, simbolo dell’emergere irreversibile della freccia del tempo secondo la teoria CMDE.

"Quando la rete delle relazioni informazionali supera una soglia critica di densità e interconnessione, il sistema perde simmetria rispetto alla reversibilità temporale. Da quel momento, ogni trasformazione possiede una direzione preferenziale. La freccia del tempo non è un flusso: è una rottura di simmetria nella trasformazione."


Finché le relazioni sono poche, ogni nodo può ancora oscillare, ogni ritmo può ancora invertirsi, ogni variazione può, in linea di principio, tornare su sé stessa. Ma quando la rete si infittisce, quando ogni nodo comincia a interferire con decine di altri, quando la trama diventa troppo densa per ripiegarsi senza lasciare traccia, qualcosa si rompe. Non si rompe nel senso fisico, ma nel senso della possibilità. La simmetria temporale si spezza. Da quel momento, l’universo non può più ritracciare le proprie curve metriche. Non perché manchi l’energia, ma perché è la metrica stessa a non consentire più ritorni. La trasformazione diventa orientata. Nasce il prima. Nasce il dopo. E il tempo non è più una condizione neutra, ma una direzione che non può essere ignorata. La freccia non è una corrente che porta le cose avanti: è una geometria che impedisce di tornare indietro. Qui, la CMDE mostra che l’irreversibilità non è un difetto o una conseguenza termodinamica, ma una transizione informazionale. È una soglia critica, come quelle nei sistemi complessi, dove il comportamento collettivo impone regole nuove che i singoli non possono più infrangere. La freccia del tempo è una regola collettiva della rete metrica. Non si impone a causa del disordine, ma della connettività. Ed è questa connessione diffusa, questa mutua dipendenza ormai irreversibile, a rendere il tempo non più simmetrico, ma vivo. Il tempo non fluisce: si accumula. Ogni istante è la somma di una rete che non può più disfarsi. Ed è in questo passaggio che l’universo comincia davvero a evolvere. Non perché qualcosa lo spinge, ma perché non può più tornare indietro.

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