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Quando anche l’inizio ha bisogno del tempo

Aggiornamento: 6 set

Sfera oscura sospesa su un vuoto primordiale, attraversata da una sottile frattura luminosa verticale, simbolo visivo della prima trasformazione nel silenzio del nulla, dove il tempo inizia a esistere come condizione minima.

C’è un momento in cui ogni teoria che cerca un’origine deve arrendersi. Non perché abbia fallito, ma perché ha scoperto che l’inizio stesso è già un effetto. Prima di ogni evento, prima di ogni curva, prima di ogni nodo, la CMDE ha dovuto fermarsi e riconoscere una cosa: il tempo non si può cercare, perché ogni ricerca lo contiene già. È qui che nasce la Legge Fondativa 0, non come idea, ma come necessità. Ogni tentativo di spiegare “da dove arriva tutto” inciampa su una soglia invisibile: la trasformazione stessa. Senza almeno una trasformazione, non si può parlare. Non si può pensare. Non si può nemmeno porre la domanda “da dove viene il tempo”. Perché la domanda è già movimento. È già una variazione. È già tempo. La CMDE non ha quindi dedotto il tempo. Lo ha scoperto come unica cosa che non può essere negata senza usarlo. Nessuna particella, nessuna espansione, nessuna energia può pretendere di esistere senza almeno un cambiamento. E ogni cambiamento, anche il più piccolo, ha bisogno di qualcosa che gli permetta di accadere. Quel qualcosa non è uno sfondo. Non è una dimensione. È una condizione minima. La CMDE non ha trovato il tempo come risposta. Lo ha trovato come vincolo logico ineludibile. Il tempo non si genera: è ciò che permette qualsiasi generazione. E in quel momento, tutto il resto ha cominciato ad avere senso.

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