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Nell’universo CMDE, essere significa variare metricamente

Aggiornamento: 7 set

Illustrazione astratta dell'essere come variazione metrica del tempo: flussi luminosi intrecciati in uno spazio cosmico buio, rappresentano traiettorie informazionali coerenti, simbolo della visione CMDE.

Che cosa significa “essere”? Non in senso astratto, né filosofico, ma metricamente. Nella visione CMDE, l’essere non è una sostanza, né un oggetto, né una presenza statica. Essere significa partecipare a una variazione coerente della metrica del tempo. Non c’è nulla che possa esistere se non all’interno di una trasformazione leggibile. Un’entità è, solo se la sua traiettoria nel ritmo informazionale è distinguibile, continua, e immersa nella rete di relazioni. Non c’è essere fuori dal tempo, perché non c’è struttura fuori dalla variazione. Il tempo non contiene le cose: è la loro forma dinamica. E ciò che chiamiamo “essere” è sempre e soltanto una variazione metricamente organizzata. Non si può dire che qualcosa esiste se non genera una traccia leggibile nella trasformazione. La CMDE non distingue tra essere e divenire: li fonde. Esistere non è contrapposto a cambiare. È cambiare in modo riconoscibile. Per questo l’universo non è fatto di enti, ma di traiettorie. Non di sostanze, ma di tensioni. Non di presenza, ma di struttura ritmica. E in questa visione, ciò che è, è solo ciò che varia. E ciò che varia non per caso, ma in modo sufficientemente coerente da essere riconosciuto come differenza. L’essere, nella CMDE, non è mai fermo. È un ritmo che ha trovato forma.

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