Ordine e disordine: l’altra faccia dell’informazione
- Ivan Carenzi

- 30 set
- Tempo di lettura: 2 min

Quando pensiamo all’universo, spesso lo immaginiamo come un immenso orologio perfetto, fatto di regole e armonie che si ripetono. Eppure, accanto a questo ordine, c’è sempre una presenza che sembra disturbare il quadro: il disordine, il caos, ciò che sfugge a ogni previsione. L’informazione, per come la intendiamo nella Fisica Informazionale, vive proprio in questo equilibrio sottile tra organizzazione e frammentazione, tra struttura e rottura.
Per l’occhio umano, l’ordine è rassicurante: un disegno simmetrico, una melodia regolare, un sistema che funziona senza intoppi. Ma se osserviamo più da vicino, ci accorgiamo che l’ordine non esiste mai da solo: è sempre accompagnato da una quota di rumore, di imprevedibilità, di variazioni. E il disordine, a sua volta, non è assenza di informazione, ma piuttosto informazione degradata, dispersa, incapace di formare una trama coerente.
Esempi concreti ci aiutano a capirlo meglio. Una conversazione disturbata da interferenze non è priva di messaggi: i messaggi ci sono, ma sono rovinati dal rumore che li sovrasta. Un ecosistema che attraversa una fase di instabilità non perde le sue regole: sta semplicemente cercando un nuovo equilibrio, riorganizzando i suoi fili informazionali. Così, dal livello più semplice al più complesso, ciò che appare come caos è in realtà informazione che non trova una forma riconoscibile.
Guardare la realtà in questa prospettiva significa smettere di contrapporre rigidamente ordine e disordine, per riconoscere che entrambi sono espressioni dello stesso principio: l’informazione. È nel modo in cui i fili si intrecciano — o si spezzano — che possiamo leggere il senso profondo dei fenomeni. La Fisica Informazionale ci invita a questa consapevolezza: non esistono universi muti o privi di significato, ma soltanto universi in cui il linguaggio dell’informazione attende di essere compreso.


