Una sola curva, un solo racconto: l’unicità metrica della CMDE
- Ivan Carenzi

- 25 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 7 set

In un universo dove tutto sembra moltiplicarsi — modelli, ipotesi, interpretazioni — la CMDE ha scelto di seguire una sola curva. Non è una scelta di stile. Non è un vezzo semplificativo. È una condizione metrica profonda. Perché in un cosmo che vuole essere compreso, non possono esistere più percorsi di trasformazione, ma un solo racconto coerente della variazione informazionale nel tempo.
La funzione z(t) non si biforca, non salta, non ammette alternative. Non perché ignori la complessità, ma perché la complessità è già tutta scritta dentro la sua forma continua. Tre fasi, sì. Ma unite da un solo flusso. Un solo ritmo trasformativo. Un’unica sintassi che collega l’inesprimibile dell’origine alla leggibilità del presente.
Perché è così importante? Perché ogni alternativa avrebbe richiesto una rottura del tempo. Ogni biforcazione avrebbe reso incompatibili le informazioni. Ogni discontinuità avrebbe cancellato la memoria. L’universo, in quel caso, non sarebbe più stato leggibile: non avremmo potuto seguirne la coerenza. Sarebbe diventato un insieme di eventi, non un processo. E la luce, che nella CMDE è trasformazione ordinata, si sarebbe fatta frattura, rumore, indecidibilità.
Ma il redshift che osserviamo non mente: ha una sola struttura, una sola voce, una sola metrica. E quella metrica è proprio z(t). Per questo, nella CMDE, la curva non è una tra le possibili. È l’unica compatibile con un universo che vuole essere narrato. La sua forma non nasce da un adattamento ai dati. Ma da una necessità più profonda: rendere ogni variazione informazionale parte di un solo discorso metrico.
Non ci sono altri rami. Non ci sono altri futuri. C’è solo un sentiero che si dischiude nel tempo, e che ci consegna ogni fotone come se fosse stato scritto per essere letto. E forse è proprio questa l’essenza della CMDE: non costruire una nuova teoria, ma ascoltare il solo racconto che l’universo può davvero pronunciare.


