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Il redshift gravitazionale locale entra in conflitto con la CMDE?

Aggiornamento: 6 set

Domanda completa:

"Ho una curiosità tecnica. Sappiamo che il redshift gravitazionale, previsto dalla relatività generale e confermato sperimentalmente in laboratorio e in astrofisica, dipende dalla differenza di potenziale gravitazionale tra sorgente e osservatore. La sua CMDE 4.1, invece, descrive il redshift come trasformazione informazionale globale, legata alla funzione z(t) e non alla curvatura locale dello spazio. La mia domanda è: come si combinano questi due effetti? Il redshift locale misurato vicino a una stella o a un buco nero è lo stesso che la CMDE prevede, oppure la sua metrica entra in conflitto con queste osservazioni?"

Risposta CMDE

La CMDE 4.1 distingue chiaramente tra due fenomeni che nel modello standard vengono trattati come casi particolari di un’unica dinamica metrica. Il redshift gravitazionale locale – quello osservato in laboratorio o nei sistemi compatti – è un effetto di modulazione locale dell’informazione luminosa dovuto a differenze di potenziale gravitazionale nel campo vicino. Questo fenomeno esiste anche nella CMDE, ma non deriva da una dilatazione dello spaziotempo: deriva da una variazione temporanea e locale dello stato informazionale del segnale, indotta dalla distribuzione di massa-energia presente. Il redshift cosmologico informazionale, invece, è la trasformazione globale e irreversibile descritta da z(t), che agisce su qualunque segnale durante l’intero tempo di viaggio, indipendentemente dalla sua energia iniziale o dalla sua storia gravitazionale locale. Nella CMDE i due effetti si sommano in modo coerente: il segnale conserva la memoria del suo stato informazionale al momento dell’emissione, modificato localmente dal potenziale gravitazionale, e successivamente subisce la trasformazione globale z(t) lungo il percorso cosmico. Questa distinzione evita conflitti con esperimenti terrestri (come Pound–Rebka o le misure su satelliti GPS) e con osservazioni astrofisiche in campi gravitazionali forti. In altre parole: il redshift locale misura variazioni di stato informazionale a breve scala, z(t) misura la trasformazione a scala cosmica. E i due descrivono fasi diverse di uno stesso segnale.


Conclusione

La CMDE non elimina il redshift gravitazionale locale, lo integra in un quadro più ampio. La trasformazione informazionale globale di z(t) non sostituisce gli effetti locali: li ingloba, li conserva e li somma, mantenendo piena coerenza con le verifiche sperimentali già acquisite.

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