Come si misura il punto del tempo in cui siamo, secondo la CMDE?
- Ivan Carenzi

- 3 nov
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Domanda completa:
"Ho letto che nella CMDE 4.1 il tempo non è una coordinata ma una trasformazione informazionale continua. Mi chiedo allora: esiste un modo per sapere in quale punto di questa trasformazione ci troviamo oggi? Come si misura, in pratica, il tempo CMDE, se non con orologi, frequenze o coordinate spaziali? Possiamo davvero parlare di un ‘adesso cosmico’ in senso misurabile?"
Risposta CMDE
La CMDE non misura il tempo come una distanza percorsa, ma come stato di trasformazione informazionale. In un universo governato da z(t), ogni misura temporale locale — quella di un orologio, di un atomo o di un’onda — è solo un riflesso parziale del ritmo informazionale globale. Non esiste un “adesso” universale nel senso classico, perché il tempo CMDE non è simultaneità, ma coerenza: il punto in cui la trasformazione della luce e la percezione dell’osservatore coincidono perfettamente. Il “punto del tempo” non è quindi un numero, ma una condizione di fase del campo informazionale. Sappiamo dove siamo nel tempo non misurando un intervallo, ma riconoscendo una configurazione coerente del redshift, la stessa che definisce t₀ nella metrica CMDE. In altre parole, la misura del tempo informazionale avviene attraverso la luce stessa: ogni fotone è una lettera del tempo, e il suo valore di z non dice “quanto tempo è passato”, ma “quanto il tempo si è trasformato”. Perciò, quando diciamo che siamo nel presente, nella CMDE intendiamo che l’universo ha raggiunto uno stato in cui la trasformazione informazionale è ancora attiva, ma così coerente da sembrare immobile. Non è la quiete dell’equilibrio, ma la stabilità del ritmo che ha imparato a riconoscersi.
Conclusione
Il tempo CMDE non si misura: si riconosce. Ogni osservatore, ovunque e in qualunque epoca, vive il proprio “adesso” come il punto di massima coerenza del ritmo universale — lo stesso che unisce la luce, la memoria e la coscienza del cosmo.
