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Ma scusi, dove la vede questa “informazione”?

Domanda completa:

"Mi permetta: io analizzo spettroscopie da trent’anni. Ho lavorato su dati Hubble, Chandra, ALMA, ora anche Euclid. Quando guardo un segnale, vedo ampiezza, frequenza, polarizzazione, intensità, ma non ho mai visto una voce chiamata ‘quantità informazionale’. Lei continua a dire che il redshift è una trasformazione informazionale della luce… ma allora mi dica esattamente: cos’è questa informazione? Dove si trova? Come la misuriamo? Oppure è solo un concetto filosofico?"

Risposta CMDE

La CMDE 4.1 non usa il termine “informazione” in senso vago o metaforico, ma come categoria fisica primaria che precede e struttura i parametri osservabili della luce. Quando un segnale attraversa il cosmo, ciò che rimane invariato nella teoria CMDE non è la sua energia o la sua frequenza, ma il pacchetto informativo coerente che quel segnale trasporta. Questa quantità non è visibile come una colonna nei dati di Euclid, né come una riga in uno spettro: è il ritmo di trasformazione interna che struttura il segnale stesso. L’informazione è ciò che ordina la frequenza, l’ampiezza, la coerenza tra lunghezze d’onda, la distribuzione angolare del campo, ed è questa struttura interna che la CMDE misura attraverso la funzione z(t). Quando diciamo che la luce si trasforma nel tempo, non stiamo dicendo che si “deforma” esternamente, ma che il suo contenuto informazionale cambia stato metrico: ogni fotone è una traccia coerente di una trasformazione, e ciò che la CMDE studia è proprio la legge che regola questa coerenza lungo il tempo proprio. I tuoi strumenti non “misurano informazione” perché sono tarati per misurare energia, spettro, polarizzazione, ma quella struttura che ti permette di ottenere quei dati — la coerenza sottostante — è ciò che la CMDE chiama informazione. Non un’energia invisibile, ma un ordine trasformativo. La luce è leggibile perché è informata. E lo shift che osservi, nella CMDE, non è un allungamento nello spazio: è una mutazione nel ritmo di quella coerenza.


Conclusione

Nella CMDE l’informazione non è un parametro aggiunto, ma l’origine stessa dei parametri. Se puoi vedere una frequenza, è perché esiste un ordine che la sostiene. E quello è il vero contenuto fisico che la CMDE mette al centro: ciò che non si vede come colonna, ma si manifesta come struttura.

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