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Stiamo studiando un universo sbagliato?

Aggiornamento: 3 lug

Domanda completa:

"Ma se avessi ragione tu, staremmo tutti studiando un universo sbagliato da 100 anni? Quindi Einstein, Lemaître, Penrose, Peebles, Planck, tutti fuori strada?"

Risposta CMDE

No, non sono affatto fuori strada, semplicemente stavano esplorando una direzione possibile con gli strumenti concettuali e osservativi disponibili nel loro tempo, hanno tracciato una via coerente, potente, profondamente matematica, che ha funzionato meravigliosamente per un intero secolo ma che, come ogni struttura teorica, ha limiti impliciti e assunti invisibili che oggi, alla luce di nuovi indizi e nuove interpretazioni, possono essere messi in discussione senza sminuire il valore del loro contributo, perché scoprire una metrica alternativa, come quella informazionale della CMDE, non significa dire che l’universo standard è sbagliato in senso assoluto, ma solo che potrebbe essere una rappresentazione incompleta o transitoria, costruita con coordinate che danno l’impressione di espansione laddove potrebbe esserci solo trasformazione, perciò il lavoro di Einstein rimane un pilastro ineludibile, Lemaître resta geniale nella sua intuizione dinamica, Penrose ci ha insegnato il legame profondo tra gravità e geometria, Peebles ha dato rigore alla cosmologia delle strutture, Planck ha codificato l’universo radiante, ma nulla vieta che un giorno arrivi un’altra funzione z(t), fondata su un altro tipo di metrica, che riesce a spiegare la stessa realtà con un paradigma diverso, e che lo faccia senza violare nessuna osservazione ma anzi rafforzando la coerenza di ciò che vediamo, per cui non si tratta di dire che tutti hanno sbagliato, ma forse che tutti, senza saperlo, stavano guardando la stessa cosa da un lato geometrico quando forse esiste anche un lato informazionale, non incompatibile, ma più profondo, come se la struttura classica fosse la proiezione razionale di una trasformazione temporale più antica e invisibile, e in questo senso la CMDE 4.1 non cancella un secolo di cosmologia, ma ne apre la profondità logica, come una retroilluminazione inattesa che mostra ciò che già c’era ma non si vedeva.


Conclusione

La CMDE non nega la fisica che ci ha portati fin qui, ma la riaccende dall’interno con un’altra chiave di lettura: non stiamo smontando l’universo classico, ma forse stiamo semplicemente girando il foglio per vedere cosa c’era scritto dall’altra parte.

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